⏱️ 3:50 MINUTI DI LETTURA


Che tu sia ottico, insegnante, calciatore o impiegato non importa. Tutti noi abbiamo una cosa che ci accomuna, sempre e comunque. L’ESSERE CLIENTI. Uno dei mondi più complessi e variegati che si possa studiare. Conoscere al meglio le tipologie di clienti per la tua attività è la strategia migliore per incrementare le vendite, il fatturato ed espandere la tua rete. Tu lo sai bene, i tempi e le situazioni mutano velocemente e così questi cambiamenti vanno ad influenzare le scelte di acquisto e comportamentali dei tuoi clienti. Cosa fare quindi? Leggi qui.

CORSI DI FORMAZIONE e PRATICA

Essere sempre aggiornati è il primo consiglio che vogliamo dare. E non soltanto verso le nuove collezioni e le nuove tendenze sul mercato dell’occhiale, ma anche nel mondo del marketing e della comunicazione. Quindi formati sempre, attraverso corsi sulla vendita e sulla comunicazione. Leggi i best sellers ed esercitati tanto nell’applicare i consigli che incontri lungo il cammino. Chi oggi pensa di non averne bisogno, di fatto rinuncia ad una fetta importante di potenziali acquirenti e vendite consequenziali.

TIPOLOGIE DI CLIENTI

Una volta che intuisci che tipo di persona hai davanti e quindi che tipo di comunicazione è più indicata, anticipa le sue mosse e colma le sue esigenze. Non potrà più fare a meno della tua professionalità. Vediamo ora quali sono le tipologie di clienti che si possono incontrare in un negozio di ottica. Eccoli:

TRE CONSIGLI PER TE:

Vendere è un’arte e lo sappiamo tutti, ma vendere occhiali ha anche in sé una responsabilità grande che va colta e poi realizzata (portata a termine). Quindi concludiamo con tre semplice regole:

  1. Conosci il tuo prodotto. Non è sufficiente avere in negozio cento collezioni di occhiali per vendere, devi conoscerle ed esplorarne i confini per poter proporre il prodotto giusto alla persona giusta. Lavora con fornitori fidati e presenti in grado di rispondere velocemente e in maniera efficace alle situazioni che gli proponi.
  2. Cura il tuo look e l’ambiente circostante. L’abito fa il monaco e l’aspetto in generale deve essere coerente e funzionale al luogo di lavoro. Avere cura del proprio look ha effetti anche sulla nostra persona facendoci sentire pronti e sicuri nei confronti dei nostri clienti.
  3. Interagisci in maniera semplice, breve e concreta, utilizzando le parole giuste nel giusto ordine. Ti possono essere d’aiuto innumerevoli libri o corsi di vendita ad hoc come già detto in principio.

Quali situazioni tragicomiche, assurde ed esilaranti hai vissuto col tuo team? Facci avere le tue esperienze migliori. Quelle più divertenti verranno pubblicate nei nostri prossimi blog.

Consulta il nostro blog e rimani sempre aggiornato sulle ultime novità!

⏱️  3:40 MINUTI DI LETTURA


È l’orzaiolo, una piccola formazione nodulare dolente e arrossata (a volte anche purulenta) che può trovare posto nella parte interna o esterna della palpebra. Si manifesta senza preavviso e diventa un antipatico compagno di viaggio.

Vediamo meglio nello specifico di cosa si tratta.

Con il termine Orzaiolo si indica un’infezione batterica della palpebra. Essa colpisce le ghiandole sebacee delle ciglia e si manifesta con un piccolo foruncolo collocato internamente o esternamente alla palpebra. Oltre ad essere doloroso è spesso purulento e provoca lacrimazione eccessiva. È altresì vero che questa condizione non modifica la capacità visiva del soggetto anche se la zona oculare risulta più sensibile alla luce e soggetta a sfregamento a causa di una costante sensazione di un corpo estraneo all’interno dell’occhio oltre che di prurito e bruciore interminabili/incessanti.

Orzaiolo interno, esterno e calazio.

L’orzaiolo esterno, più frequente rispetto a quello interno, si manifesta a causa di un’infiammazione acuta di origine batterica (stafilococco) di alcune ghiandole poste proprio sul bordo palpebrale (parti interessate: ghiandole di Zeis, di Moll e follicoli ciliari). Si presenta in un primo momento come un grumo rosso a causa dell’infezione che poi diventa giallo, segnalando la presenza di pus.

L’orzaiolo interno alla palpebra invece, colpisce un’altra ghiandola, quella di Meibomio. È più doloroso rispetto al primo e si presenta sul bordo della rima palpebrale. Se non debitamente trattato questo tipo di orzaiolo si può trasformare in una cisti che cresce nella palpebra chiamato calazio.

Il Calazio è una cisti granulosa che si forma all’interno della palpebra e deriva da una infiammazione cronica delle ghiandole di Meibomio. Il dotto escretore di queste ghiandole può occludersi portando il prodotto della ghiandola ad accumularsi e ad ingrossare e infiammare la ghiandola stessa. Questa ciste al contrario di quelle già elencate sopra non è infettiva e non provoca dolore al tatto.

Orzaiolo e calazio sono quindi due cose differenti. Innanzitutto, il primo è una infezione e il secondo una infiammazione. A seguire poi, nel primo caso si percepisce dolore ed è presente del materiale purulento, nel secondo invece no. In ultimo, l’orzaiolo insorge più velocemente rispetto al calazio che si presenta in tempi più lenti.

Ecco i sintoni più comuni:

Perché si formano? Quali sono le cause principali?

Essendo l’orzaiolo una forma batterica, sicuramente il primo fattore da includere nella lista è una possibile scarsa igiene personale. Semplici mani sporche che sfregano sull’occhio sono sufficienti per innescare il processo di infiammazione. Oppure ci possono essere cause legate a cambiamenti ormonali o ad un sistema immunitario debilitato a causa di altre patologie. O ancora l’utilizzo di asciugamani o di cosmetici (a volte anche scaduti) di terze persone con infezioni al volto. Oppure l’uso di lenti a contatto non disinfettate accuratamente. Ma a scatenare l’orzaiolo può essere anche stanchezza, stress, notti in bianco, diabete mellito, dermatite seborroica e acne rosacea.

Scopriamo ora cosa fare in questi casi.

Solitamente questo fastidio si risolve spontaneamente senza dover ricorrere a trattamenti particolari. Bisogna attendere che scoppi o che si riassorba da solo. Si possono però adottare dei suggerimenti che diano un po’ di sollievo o che accelerino il processo di guarigione. Vediamo i più comuni:

Quali sono atteggiamenti da preferire in caso di orzaiolo?

Innanzitutto, mantenere una buona igiene personale aiuta moltissimo, così come avere le mani pulite ogni qual volta ci si tocca gli occhi, anche per cambiarsi le lenti a contatto. Abituarsi ad usare salviette sempre pulite per la detersione del viso e se possibile cambiare la federa del cuscino prima di coricarsi. Addirittura, curare l’alimentazione in questi casi aiuta tantissimo, quindi assumere vitamina C e D oltre che zinco, selenio e magnesio. Mangiare molti cibi crudi come frutta e verdura facendo il pieno di vitamine insomma. (vedi nostro articolo: “Cibo per gli occhi.”) Nei casi più gravi o prolungati è buona regola recarsi dal medico in modo che possa consigliarci come procedere e se consigliato, procedere con l’uso di un collirio per i tempi che ci indica il dottore.

E quali sono gli atteggiamenti da evitare?

È sconsigliato fortemente un make-up pesante e/o l’uso di cosmetici scaduti. L’utilizzo di ciglia finte o addirittura il trapianto di ciglia in questi momenti sono assolutamente da evitare.  Non utilizzare abbigliamenti o oggetti di persone di dubbia provenienza o usati da coloro che soffrono di infezioni al volto. Il consiglio più importante, anche se tentati, è quello di NON trattare mai con metodi fai-da-te l’orzaiolo, perché si rischia di peggiorare l’infiammazione o addirittura di danneggiare l’occhio. E in ultimo come ben si sa, ci sono cibi da privilegiare e altri che vanno evitati, come per esempio gli insaccati, i dolci e i cibi ricchi di grasso.

Anche in questo Blog ci rendiamo conto come la prevenzione sia l’arma più potente per evitare spiacevoli situazioni. Prendiamoci cura di noi e dei nostri occhi. Il nostro corpo ci ringrazierà.

Consulta il nostro blog e rimani sempre aggiornato sulle ultime novità!

⏱️  5:10 MINUTI DI LETTURA


Con quale piede calciamo il rigore? Con quale mano scriviamo? E con quale gamba cominciamo a fare le scale? Quale occhio chiudiamo mentre guardiamo in un telescopio? Quale mano usiamo per aprire i barattoli più ostili?

Tutte domande alle quali possiamo rispondere pensandoci un poco. Ma perché esistono queste preferenze e che cosa comportano?

Stiamo parlando di DOMINANZA. Per tutti gli organi doppi nel corpo umano ce n’è uno che domina sull’altro. Rara e forse unica, è la situazione in cui nessun organo mostri una capacità migliore rispetto al suo gemello di svolgere più facilmente un compito. L’espressione della dominanza si traduce in LATERIZZAZIONE che determina cioè la maggiore forza (quantità di energia) di una specifica parte del corpo rispetto all’altra. Questa dominanza si esprime in modo evidente tramite la mano, il piede, l’occhio e l’orecchio. Per determinarlo possiamo provare con veloci test (non sempre definitivi):

MANO: qual è la mano dominante? Facilissimo: prendiamo in mano una penna e scriviamo anche solo una parola. Quale mano abbiamo usato? La dominante. Oppure se non siamo ancora del tutto convinti prendiamo un barattolo ben chiuso. La mano che impugnerà il coperchio confermerà o meno la mano più forte.

PIEDE: Mettiamo davanti a noi un pallone. Dobbiamo tirare la palla in un punto definito di fronte a noi. Il piede che decidiamo di utilizzare più o meno consciamente è il piede dominante. Oppure, siamo davanti ad un colpitore e l’istruttore ci invita a “piazzare” un Kick frontale alto. La gamba che sceglieremo sarà la più forte e quindi la dominante.

ORECCHIO: Più sottile invece è la distinzione tra orecchio dominante destro o sinistro a meno che non siano presenti patologie che compromettano una delle due parti in maniera decisa. Per definire l’orecchio dominante possiamo semplicemente far caso a come avviciniamo il nostro volto verso gli interlocutori che ci stanno parlando. Se porgeremo la guancia sinistra l’orecchio dominante sarà il sinistro. Nella maggioranza dei casi (90%) l’orecchio dominante è quello destro che è collegato direttamente all’emisfero sinistro del cervello (emisfero preposto alla elaborazione degli input esterni).

OCCHIO: l’occhio dominante è come per l’orecchio quello “preferito” dal cervello e che funge da guida per l’altro che è di supporto. Insieme completano la capacità visiva tridimensionale. Ad oggi noi possiamo anche non essere consapevoli di quale sia, ma il nostro cervello lo sa da quando abbiamo cominciato a vedere. Ci sono veloci test per capire quale occhio è dominante, anche se il concetto di base rimane sempre che, per poterlo affermare con certezza, bisogna eseguire dei test specifici condotti da un oculista.

Guardiamone insieme alcuni, molto semplici, da provare anche in autonomia:

Primo test:

  1. Osserviamo un oggetto da lontano e allungando il braccio copriamo la sua immagine con il pollice (👍 così).
  2. Ora chiudiamo un occhio e poi l’altro senza mai spostare il dito.
  3. Solo quando apriremo l’occhio dominante l’oggetto resterà coperto precisamente col pollice.

Secondo test:

  1. Pratichiamo al centro di un foglio bianco un foro
  2. Fissiamo un oggetto in lontananza attraverso lo stesso foro
  3. Avviciniamo il foglio al viso tenendo sempre lo sguardo fisso sull’oggetto scelto. Man mano che avvicineremo il foglio al viso, avvicineremo il foro proprio al nostro occhio dominante (e il tutto in maniera involontaria!!).

È possibile NON avere un occhio dominante?

Si certo, solo è molto difficile che ciò si verifichi. O per lo meno può succedere che non vi sia una dominanza costante di un occhio sull’altro. Questo può verificarsi quando durante l’esecuzione dei test i risultati mostrano dominanze diverse, una volta indicando come occhio dominante il destro e la volta successiva proponendo l’occhio sinistro. Può capitare inoltre che la dominanza di un occhio sia variabile nel lungo periodo e che quindi si sposti da destra a sinistra e viceversa in maniera più graduale.

Esistono diversi gradi di dominanza oculare: ci sono persone che hanno un occhio molto dominante e persone che invece hanno una dominanza oculare sottile. Questo perché nella corteccia visiva si trovano bande di neuroni che sembrano rispondere in maniera preferenziale all’input di un occhio rispetto all’atro e che questa preferenza può variare a causa dell’età, stile di vita e disturbi visivi e predisposizione genetica.

Occhio Dominante e mano dominante

Queste due dominanze non sono direttamente collegate. Alcuni studi condotti sulla popolazione hanno mostrato come il 90% delle persone sono destrorse e che il 63% della popolazione campione ha l’occhio destro come dominate rispetto al sinistro. Certo, si può desumere che vi sono più probabilità che sia l’occhio destro ad essere dominante in un destrorso, ma non è corretto desumerlo solo dalla sua capacità manuale dominante.

Perché è importante riconoscere l’occhio è dominante?

È importante per il benessere dei nostri occhi. Infatti, può capitare di soffrire di bruciore e fastidio come risultato di un eccessivo sforzo dell’occhio dominante. In questi casi è bene reidratare e lubrificare bene l’occhio. Oppure per migliorare le proprie abilità. Vi sono molte attività che prevedono l’utilizzo di un occhio piuttosto che di entrambi come, ad esempio, l’osservazione in un microscopio monoculare oppure la messa a fuoco di una immagine in un mirino (macchina fotografica o arma a lungo raggio), nel tiro con l’arco. Conoscendo quale occhio domina si possono implementare i propri risultati e rendere più facili azioni che altrimenti risulterebbero più scomode.

L’occhio pigro.

L’occhio pigro o AMBLIOPIA è una riduzione della capacità visiva di un occhio. È una condizione che si manifesta già dalla tenera età quando il cervello impara ad elaborare le informazioni fornite dagli occhi, ed è curabile. Se il deficit informativo di uno dei due è grande, il cervello si abitua a ricevere informazioni SOLO dall’occhio dominante facendo insorgere così il disturbo. È buona norma effettuare una visita approfondita già verso 3-4 anni in modo da correggere subito questa condizione. Per i bambini è difficile accorgersi di questo disturbo perché nella fase iniziale l’occhio dominante farà tranquillamente tutto il lavoro. Ecco perché è meglio affidarsi al parere dei medici.

Porre rimedio all’occhio pigro è, per la maggior parte delle volte facile. Quanti bambini incontriamo con un occhio bendato? Questa tecnica (terapia occlusiva) permette all’occhio dominante di riposare e all’occhio pigro di lavorare di più e meglio. Attenzione però, occhio dominante e occhio pigro NON sono per forza uno l’antitesi dell’altro. L’occhio pigro è un disturbo che va curato perché comporta un deficit dell’apparato visivo in quanto il cervello, non riuscendo a interpretare le informazioni che gli giungono, disattiva in modo parziale o totale i segnali provenienti dall’occhio più debole. Nei casi più gravi, se non curata, può portare alla perdita della capacità visiva di uno o di entrambi gli occhi, oppure alla perdita della percezione di profondità e distanza.

Altri semplici esercizi (la durata e la frequenza di questi esercizi devono essere prescritti dal medico)

Dopo aver effettuato una visita approfondita l’ortottista (colui che si occupa della riabilitazione visiva) potrebbe consigliarci di allenare la nostra vista con dei semplici esercizi per rafforzare gli occhi. (chiedere sempre il parere di un esperto è necessario per evitare di affaticare la vista, creando poi altri problemi).

Esercizi di convergenza: entrambi gli occhi aperti – avvicinare lentamente una penna o il proprio dito al naso. Quando si inizia a vedere doppio ci si ferma e si cerca di mettere a fuoco l’immagine. Ci si può allontanare e riavvicinare.

Lettura a distanza: occhio dominante bendato – abituiamo l’occhio pigro a leggere a distanza ravvicinata e poi da lontano.

Messa a fuoco: occhio dominante bendato – l’occhio pigro lavora nella messa a fuoco di oggetti vicini e lontani.

Lo diciamo da sempre che i nostri occhi vanno preservati e trattati con cura. Affidiamoci al nostro oculista di fiducia e se necessario attiviamoci attraverso esercizi e buone abitudini per migliorare la risposta visiva. Non lasciamo nulla al caso, né per noi né per i nostri bambini, che devono essere istruiti a loro volta per un futuro più sereno possibile.

Consulta il nostro blog e rimani sempre aggiornato sulle ultime novità!

⏱️  4:15 MINUTI DI LETTURA


L’occhio umano è un organo molto potente e dotato di una straordinaria propensione all’adattamento. Si pensi solo alla sua capacità di adattarsi alla diversa intensità della luce (pupilla che si apre e si chiude), alla messa a fuoco istantanea degli oggetti nelle diverse profondità.

Ma cosa succede se al nostro occhio chiediamo di lavorare di più e per un tempo molto prolungato? Esso può sviluppare una sindrome da stress accomodativo che peggiora la vista portando a malesseri generali come mal di testa, visione offuscata, secchezza oculare e sbalzi di umore dovuti ad un calo delle prestazioni.

Ma vediamo qual è il meccanismo che viene intaccato da questo stress accomodativo.

L’occhio è in grado di correggere la visione degli oggetti intorno a noi per le diverse distanze, mettendoli a fuoco e quindi rendendo la loro visione netta. Inoltre, corregge difetti visivi in completa autonomia (capita che si nasca con un difetto visivo del quale mai ci si accorgerà) permettendo una visione ottimale. Questo processo di adattamento prende il nome di accomodazione visiva, e permette nello specifico di mantenere la visione degli oggetti perfettamente nitida.

L’accomodazione si ha quando il cristallino aumenta la curvatura della sua superficie anteriore per rendere nitida un’immagine in un punto, grazie alla contrazione e avanzamento del muscolo ciliare.

Il Punto Remoto è inteso come il punto più lontano che l’occhio in riposo accomodativo riesce a vedere nitidamente (per l’occhio emmetrope è l’infinito); il Punto Prossimo è il punto più vicino che l’occhio, in massimo sforzo accomodativo, riesce a mantenere a fuoco (dopo di che si tende automaticamente ad indietreggiare con la testa per ricercare la messa a fuoco). L’accomodazione visiva serve per dare potere diottrico all’occhio in modo da metter a fuoco tutti gli oggetti posti tra il punto remoto e il punto prossimo. Lo stimolo che determina l’accomodazione visiva è proprio quello delle immagini sfocate.

Quando questa messa a fuoco non avviene in modo istantaneo si può pensare che vi sia un problema di accomodazione.

Vi sono due ragioni principali per cui l’occhio non riesce a lavorare in maniera corretta. Il passare dell’età, perché, con l’invecchiamento, le fibre muscolari che permettono la contrazione del cristallino si irrigidiscono non svolgendo più appieno il loro lavoro. Oppure un carico di lavoro eccessivo per un tempo prolungato che porta le stesse fibre muscolari ad affaticarsi oltremodo e a non rispondere più correttamente agli stimoli nei tempi richiesti.

Ma se per la prima ragione elencata dobbiamo solo avere pazienza e allenare il muscolo per ritardare questa naturale decadenza, per la seconda dobbiamo fare leva sui nostri comportamenti abituali.

Capita a molti di noi: al lavoro sempre davanti ad un computer, il cellulare sempre in mano per comunicare con chiunque ce lo chieda, e alla sera ci rilassiamo guardando la tv o il tablet. Si stima che oggi tutte le generazioni, nessuna esclusa, passino dalle 8 alle 10 ore davanti ad uno schermo o svolgendo lavori a distanza ravvicinata. Per alcuni queste ore arrivano anche fino a 15! Ma ci pensate!?

Le categorie maggiormente a rischio sono molteplici e al giorno d’oggi rientrano prima di tutto quelle che svolgono attività da videoterminalisti, ma non solo! Pensiamo alle sarte oppure agli orefici, ai tecnici di laboratorio o a chi ha già sviluppato una forte miopia o anche agli appassionati di modellismo.

I comportamenti che portano ad uno stress accomodativo possono essere differenti e concomitanti:

Tutti gli atteggiamenti descritti sopra obbligano l’occhio a mettere a fuoco le immagini da vicino continuamente per un lungo tempo e per riuscire a mantenere a fuoco queste immagini il muscolo ciliare si contrae e rimane contratto fintanto che glielo chiediamo. A lungo andare questa contrazione diventa faticosa e inefficiente portando ai disagi descritti all’inizio.

La presbiopia che compare solitamente dopo i 45 anni è proprio il risultato fisiologico e graduale della perdita di elasticità del muscolo ciliare e della perdita di efficienza accomodativa.

E se si è miopi o ipermetropi?

In una situazione di miopia l’occhio è naturalmente più lungo del normale e il punto focale si trova davanti alla retina causando una continua attività del muscolo ciliare per metter a fuoco correttamente sulle diverse distanze. Nel lungo periodo questa eccessiva accomodazione se non corretta può comportare la deformazione del bulbo oculare con un conseguente peggioramento della vista.

Se si è ipermetropi, il bulbo oculare è più corto del normale, portando il muscolo ciliare a compensare naturalmente. L’ipermetropia affligge moltissimi individui sin dalla tenera età, portando spesso emicranie e vertigini, ma grazie al processo automatico di accomodazione la maggior parte di essi scopre tale patologia con l’avanzare dell’età o l’intensificarsi del lavoro prossimale.

Quindi cosa possiamo fare per evitare lo stress accomodativo nel tempo? I consigli principali da seguire sono sicuramente:

È importantissimo dedicare la giusta attenzione alla nostra vista. Prendersene cura è un atto di coraggio che dura tutta la vita, proprio come diceva Edmund de Goncourt (scrittore e critico letterario della età dell’800) “Imparare a vedere, è il tirocinio più lungo di tutte le arti.”

Consulta il nostro blog e rimani sempre aggiornato sulle ultime novità!

⏱️  4:40 MINUTI DI LETTURA


È l’inestetismo più antipatico, quello che si presenta al mattino quando ci svegliamo. E di conseguenza tutta la giornata prende una piega amara.

Sono loro, LE OCCHIAIE che quando meno te lo aspetti a qualsiasi età, si presentano senza preavviso scombussolando il risveglio. E per chi indossa gli occhiali questo inestetismo può divenire una vera e propria ossessione perché può capitare che alcuni tipi di lente lo enfatizzino attraverso giochi di ombre e luci.

Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, perché si formano, come prevenirle e trattarle.

Notte brava? Stress? Alimentazione? Scopri quali sono le cause e quali i rimedi per disfarti di questo fastidioso inestetismo. Per avere uno sguardo sempre al TOP.

Il contorno degli occhi è molto delicato, se pensi solo che il suo strato di pelle è cinque volte più sottile rispetto al resto del viso. I FATTORI che concorrono nella apparizione di occhiaie e borse sotto gli occhi sono differenti:

Al primo postotroviamola Genetica.  Se in famiglia ci sono già casi di pelle fragile e di contorni occhi con occhiaie e borse, aumenta la percentuale di probabilità di sviluppare questo inestetismo per via di eccessiva pigmentazione;

Altro ruolo importante gioca l’invecchiamento ed esposizione ai raggi UV. L’invecchiamento cutaneo è una semplice conseguenza del tempo che scorre e si manifesta con un assottigliamento epidermico della zona intorno agli occhi. Questo processo viene accelerato dall’esposizione dei raggi ultravioletti;

Anche l’allergia potrebbe essere tra le cause, in quanto la cute, dove più sensibile, diventa pruriginosa e si tende a grattare con maggiore frequenza la zona interessata. Inoltre, si attivano le istamine che dilatano i vasi sanguigni creando aloni grigi laddove la pelle è più sottile.

Un altro fattore importante è lo stress. Guardare per troppo tempo un monitor, dormire meno di 7/8 ore per notte, avere ritmi serrati. In mancanza di riposo o di seri momenti di relax psico-fisico, i vasi sanguigni tendono a dilatarsi dando origine ad un alone scuro sotto alla palpebra inferiore facendola apparire più gonfia.

E poi, chi non attribuisce le occhiaie al dormire male oltre al dormire poco. Dormire con un cuscino basso, o addirittura senza, provoca aumento di pressione del sangue in testa ed ecco ci troviamo la mattina con gli occhi da panda.

Disidratazione, ovvero la carenza di acqua fa perdere elasticità alla pelle portando in evidenza anche macchie epidermiche soprattutto laddove la pelle è più sottile (proprio intorno agli occhi).

E infine le cattive abitudini nello stile di vita come il fumo e gli alcolici.

Tutti questi fattori, non necessariamente uno legato all’altro, concorrono alla formazione di questi antiestetici segni scuri e di borse sotto gli occhi.

Cosa si può fare per PREVENIRNE la comparsa?

Beh, l’arma migliore è il rimedio naturale, quindi dormire almeno 7/8 ore per notte e bere molta acqua durante il giorno. Inoltre, se si è geneticamente predisposti è buona cosa cominciare a prendersi cura di questa zona così delicata sin da giovani applicando una crema che rinforzi e idrati la zona.

Per evitare che occhi e contorno occhi risentano dell’aggressione dei raggi UV è bene indossare sempre occhiali da sole quando si è all’aperto (indipendentemente dalla stagione). È importante che le lenti siano di qualità e filtrino i raggi nocivi al 100% (al bando quindi gli occhiali acquistati sulle bancarelle), così facendo gli occhiali creano uno scudo che impedisce ai raggi UV di aggredire lo strato di pelle più sottile intorno agli occhi.

Struccarsi sempre! Rimuovere il trucco dal viso con prodotti di qualità che vadano ad idratare la pelle già provata dalla giornata/serata. In realtà è buona abitudine detergere il viso prima di coricarsi per eliminare tutte le impurità e riattivare la circolazione applicando una crema per la notte.

E quando ti svegli al mattino aiutati con un bel massaggio facciale in grado di stimolare la circolazione. Innanzitutto, individua le ghiandole linfatiche su entrambi i lati del viso. Pratica una leggera pressione con le dita dagli zigomi verso l’alto e poi verso le tempie. Applica poi un prodotto specifico per il contorno occhi picchiettando delicatamente dal dotto lacrimale verso l’esterno dell’occhio fino alla parte finale delle sopracciglia assicurandoti di far assorbire bene la crema o il gel con piccoli movimenti circolari.

Sempre legato al sonno un ottimo rimedio è quello di dormire con un cuscino alto proprio per evitare ristagni della circolazione nella parte alta del corpo. Si può anche optare per una rete regolabile da tenere leggermente sollevata a livello del busto.

Alla sera prediligi una cena leggera e attendi almeno due ore prima di coricarti. Andare a dormire con lo stomaco pieno, e dopo una cena ricca di condimento, tende a disidratare il corpo e a rallentare la circolazione sanguigna andando ad irrorare meno le zone dei capillari favorendo ristagni e quindi la formazione degli inestetismi.

Curare l’alimentazione è un altro modo per prevenire la formazione di borse e occhiaie. Cerca di assumere flavonoidi che trovi facilmente nei frutti di bosco, more, mirtilli, e lamponi, cioccolato fondente (che bello!), pomodori e tè verde. E per completare l’opera ananas (quello fresco s’intende) e pompelmo ti aiuteranno a drenare i liquidi in eccesso.

E se invece borse e occhiaie sono già presenti sul viso?

Anche qui trovi tanti RIMEDI che aiutano a migliorare la situazione nel breve periodo e alcuni a eliminarla nel lungo periodo. Vediamone qualcuna insieme.

Il primo vero aiutante è il freddo. Quindi avvolgi due cubetti di ghiaccio in due fazzoletti e ponili sotto agli occhi per una decina di minuti. Puoi utilizzare anche due cucchiai lasciati in freezer a raffreddare per un quarto d’ora. Tutto ciò ti aiuta ad eliminare il gonfiore stimolando la circolazione sanguigna.

Il cetriolo è un vero e tocca sana. Sempre freddo da frigo tagliane due fettine e adagiale sugli occhi ben chiusi. Oppure con lo stesso principio taglia due fettine di patata lasciandole in ammollo nell’acqua fredda (anche in frigo) per 15 minuti e poi adagia le stesse fettine sugli occhi. Per entrambe i metodi è consigliabile almeno 15 minuti di applicazione.

Infuso di camomilla. Lo prepari alla sera e lo lasci raffreddare tutta la notte. Al mattino imbevi dei dischetti di cotone puro nella camomilla e ponili sugli occhi per 5 minuti. Un buon metodo per risvegliare i tuoi occhi.

Utilizza prodotti specifici: ricorda che un buon prodotto deve contenere acido ialuronico che aiuta a mantenere l’idratazione, caffeina o ginkgo biloba che stimola la microcircolazione e vitamina C ed E per combattere le rughe sottili e ridare tono alla pelle.

Trucco: applica un correttore ad alta coprenza solo sulla parte interessata. A volte è consigliato utilizzare correttori più aranciato rispetto al fondotinta che si utilizza. Quindi fatti consigliare in base al tipo di occhiaia che devi coprire.

Sia che questi antipatici inestetismi siano già comparsi sul tuo volto o meno la chiave di tutto sono proprio le buone abitudini. Quindi dormi, fai regolare attività fisica, bevi tanta acqua e mantieni una dieta sana (se non sai quale sia leggi il nostro articolo  “CIBO per gli occhi”), eliminando fumo ed alcolici. In ultimo proteggi i tuoi occhi e la tua pelle. Tutti questi semplici trucchi ti permetteranno di avere una pelle tonica e splendente in grado di reagire agli stimoli esterni e aiutando il tuo sguardo ad essere disteso, rilassato e fresco.

Consulta il nostro blog e rimani sempre aggiornato sulle ultime novità!

Torna su
Seguici:

Cerca: