È estate, il sole splende e stare all’aria aperta è sicuramente l’opzione più gettonata da tutti, adulti e bambini. E per farlo bisogna essere preparati. Cosa non deve mancare? Sicuramente l’occhiale da sole! Esso è importante per proteggere i nostri occhi dai raggi UVA, UVB, UVC i quali sono in grado di creare danni degenerativi e permanenti all’apparato visivo.
Al centro di questo articolo però vogliamo mettere proprio coloro che più di tutti corrono questo rischio: i bambini.
Passando tantissimo tempo all’aperto, giocando, divertendosi e facendo sport sono particolarmente esposti alla luce del sole e non tutti sanno che fino a 12 anni gli occhi del bambino sono più sensibili rispetto a quelli degli adulti.
Alcuni esperti affermano addirittura che il 50% dell’esposizione ai raggi UV avviene entro i primi 18 anni di vita (una percentuale altissima). Pensandoci bene, mettiamo la crema ai nostri bambini affinché non si scottino stando al sole, gli facciamo indossare il cappellino per non che si prendano una bella insolazione. Ma non sempre ci ricordiamo di proteggere anche i loro occhi con la stessa naturalezza. Indossare gli occhiali da sole fin da piccoli gioca un ruolo decisivo nella prevenzione di problemi alla vista in età adulta dovuti proprio all’esposizione prolungata ai raggi UV.
Ecco cosa fare dunque per ridurre al minimo i danni causati dai raggi UV fin dalla tenera età.
Il primo step è sempre e sicuramente quello di procedere con una visita oculistica accurata per escludere eventuali patologie visive che potrebbero poi peggiorare. (Lo spieghiamo nel nostro blog “Visita Oculistica completa: com’è?” ).
Una volta compresa la situazione potete procedere con l’acquisto dell’occhiale da sole per il vostro bambino.
Non importa il materiale della montatura, se decidete per il metallo o per l’acetato, ricordatevi sempre di coinvolgere anche loro nella scelta così da assicurarsi che si sentano a proprio agio. (leggi il nostro blog “Primo Occhiale da Bambino – Affrontiamolo insieme!”)
Vediamo quali sono le 6 caratteristiche principali che l’occhiale da sole per bambino deve avere:
1. Il ruolo fondamentale è giocato dalle lenti che devono proteggere dai raggi nocivi del sole. Verificate sempre che sia presente in maniera evidente l’indicatore di protezione che va da 1 a 4. Più è alto il fattore più è alta la protezione e più scure saranno le lenti. Per gli occhiali adatti all’uso quotidiano i fattori più indicati sono 2 e 3.
2. Colore delle lenti. Il livello di protezione contro i raggi UV non ha nulla a che fare con il colore delle lenti. Il vostro bambino potrà indossare la lente del colore che preferisce purché scuro, l’importante è che l’ottico certifichi la lente scelta come filtro al 100% dei raggi UV.
3. Scegliete delle lenti antigraffio. I bambini sono fortunatamente un tripudio di energia e vitalità quindi è possibile che giocando gli occhiali cadano, o vengano appoggiati in ogni dove con le lenti spesso rivolte verso il basso.
4. Ricordate che il bambino guarda il mondo dal basso verso l’alto quindi scegliamo insieme a lui una montatura con un campo visivo abbastanza ampio.
5. Acquistate solo occhiali dotati di “marchio CE” che garantisce il rispetto delle relative norme dell’Unione Europea e quindi una adeguata protezione dai raggi ultravioletti. Un semplice adesivo che decanta l’assorbimento al 100% delle radiazioni ultraviolette NON è sufficiente.
6. Un ultimo piccolo suggerimento è quello di dotare gli occhiali da sole del vostro bambino di un cordino “salva occhiale” che si lega alle estremità delle due aste e che ne evita la caduta, prevenendo danni o rotture.
Se il bambino non necessita di lenti correttive allora scegliete insieme la soluzione migliore tra quelle che il vostro ottico vi propone, sempre con un occhio di riguardo verso i materiali scelti di qualità con lenti certificate (la ns collezione da sole per esempio utilizzano solo lenti ZEISS certificate).
Se invece il bambino ha dei problemi di vista e quindi necessità di lenti correttive, avete due possibilità:
1. Acquistare due paia di occhiali, uno vista e uno vista-sole da scambiare ogni volta che si passa da un ambiente chiuso ad uno aperto oppure:
2. Acquistare un paio di lenti correttive fotocromatiche e cioè trasparenti se indossate in un luogo chiuso, e in grado di scurirsi automaticamente se colpite dalla luce del sole.
Affidatevi sempre a mani esperte che vi sappiano consigliare, non seguendo solo la moda del momento, ma anche per la forma del viso del bambino e soprattutto scegliete in base alle attività che svolge tra scuola, divertimento e sport così da indossare l’occhiale giusto. Gli occhiali da sole in grado di proteggere voi e i vostri bambini NON sono giocattoli, ma veri e propri strumenti ottici di protezione, perciò evitate di indossare occhiali acquistati sulle bancarelle o trovati nei giornali come gadget.
Un ultimo passaggio, non meno importante, riguarda la manutenzione degli occhiali così che possano durare più a lungo e non perdere le loro caratteristiche. Ecco qui i 3 consigli che valgono per qualsiasi tipo di montatura, per grandi e piccini.
1. Una buona abitudine e riporre gli occhiali nella loro custodia quando non utilizzati, per evitare graffi e perdita del filtro UV. Nel caso non fosse possibile, gli occhiali vanno appoggiati su una superficie sempre con le aste chiuse e rivolte verso il basso.
2. Gli occhiali vanno puliti regolarmente con acqua tiepida e un detergente delicato o con i prodotti appositi, asciugandoli con un panno morbido. Tenerli puliti evita che le lenti e la montatura si rovinino.
3. Se non usati, gli occhiali non devono essere mai esposti al caldo o al freddo intenso, perché per esempio il calore generato dal sole sul parabrezza dell’auto o sull’asciugamano in spiaggia potrebbe danneggiare, sia le lenti che la montatura, deformandola.
Ora che avete l’occhiale giusto per voi e per i più piccini non vi resta altro da fare che godervi questa estate all’insegna del divertimento e del bel tempo, soprattutto in completa sicurezza.
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Siamo fieri di poter condividere con voi un bellissimo articolo pubblicato su una delle più lette riviste del settore: “L’Ottico”.
L’articolo parla della genesi del nostro brand stileItaliano eyewear e della sua fondatrice Patrycja Celer.
Vi invitiamo a visionarlo sul sito della rivista L’Ottico cliccando QUI oppure sfogliando QUI la rivista digitale a pagina 30 e 31.
Buona lettura!
In un’epoca in cui tutti corrono e sono di fretta, a volte capita d i non avere il tempo per potersi ben informare su cosa ci si deve aspettare quando si affronta una nuova esperienza. Per esempio, nel nostro settore, cosa ci si deve aspettare da un esame completo della vista?
Molte persone infatti non hanno idea da che cosa sia composto un esame della vista, forse perché non ne hanno mai affrontato uno, o forse perché non ne hanno mai effettuato uno completo. Un esame della vista totale può durare anche più di un’ora a seconda del numero di test da effettuare per definire la capacità e i limiti visivi del paziente. In un momento di emergenza come questo appena passato l’occhio gioca un ruolo molto delicato come già abbiamo affrontato nel nostro Blog: “Occhio al Corona virus: consigli e primi sintomi da non sottovalutare”, essendo uno tra i 3 principali accessi per batteri, virus e polveri varie. Quindi il nostro consiglio è quello di sottoporsi periodicamente ad una visita accurata per accertare lo stato di salute della vista e dello stesso organo visivo.
Per poter determinare con esattezza se si è affetti da qualche tipo di disturbo visivo vi sono diversi esami i quali aiutano a trovare la soluzione per risolvere o migliorare il problema. Ecco quindi la necessità di informarsi e informare sui diversi esami da eseguire in fase di visita oculistica. Sono molti e diversi. Noi ne citiamo alcuni, i più diffusi.
Questo test serve per definire la capacità dell’occhio nel rendere NITIDE le immagini che si guardano a diverse distanze e quindi con quale grado di definizione. Per lo svolgimento di questo esame viene utilizzato un diagramma con lettere e numeri disposte su diverse righe con caratteri di differente dimensione che valuta l’acuità visiva anche a più distanza.
Durante l’esame oculistico completo viene spesso effettuato questo test in grado di rivelare se il paziente ha problemi nella visione dei colori. Nello spettro del visibile distinguiamo 7 colori principali, ognuno con una determinata lunghezza d’onda: violetto, indaco, blu, verde, giallo, arancio, rosso. L’uomo è in grado di individuare per essi 150 tonalità differenti. Questo test è un insieme di tavole composte da immagini di piccoli cerchi di colore differente ma con la medesima luminosità. Durante il test il paziente deve riconoscere l’immagine (di solito sono numeri) contenuta su queste tavole e che risultano evidenti a chi possiede un normale senso cromatico ma difficili o impossibili da riconoscere per chi non vede bene i colori.
Tale esame consiste nel coprire fisicamente un occhio e chiedere al soggetto di fissare, con l’occhio scoperto, un oggetto ad una certa distanza in una prima valutazione e poi ad una distanza più ravvicinata in seconda valutazione. Lo scopo di questo esame è quello di valutare eventuali movimenti dell’occhio coperto nel momento in cui viene chiesto al paziente di togliere la copertura dallo stesso. Possiamo riscontrare 3 casi:
E’ molto importante per valutare il corretto funzionamento degli occhi in modo sincrono e determina la capacità degli occhi di seguire un oggetto in movimento. Il test dei movimenti oculari regolari utilizza un oggetto (di solito una luce) da seguire con lo sguardo mentre la testa rimane ferma. Il test dei movimenti oculari rapidi invece misura la vergenza e cioè la capacità dei due occhi di convergere verso il naso per la visualizzazione di un oggetto posto vicino e di divergere verso un oggetto situato più lontano.
Riconosce la percezione della profondità e la tridimensionalità degli oggetti. Normalmente il paziente indossa un comune paio di occhiali “3D” e deve riconoscere su delle tavole che rappresentano 4 cerchi quale tra di essi risulta essere più vicino.
Test (statico o dinamico) che misura il potere rifrattivo dell’occhio interpretando il riflesso della luce sulla retina per rilevare eventuali fallimenti di messa a fuoco. In una camera con poca luce viene chiesto al paziente di concentrarsi su un determinato oggetto a distanza. Nel contempo l’oculista attraverso una luce riflessa negli occhi valuterà il potere delle lenti necessarie per correggere la vista.
Questo test determina il livello di ipermetropia, astigmatismo e presbiopia. Inoltre permette al medico di definire la potenza dell’obiettivo finale per gli occhiali che si dovranno indossare. Al giorno d’oggi esistono anche altri test che permettono di determinare in minore tempo e automaticamente che tipo di lente sarà necessaria al paziente. Stiamo parlando di autorefrattometri e aberrometri che velocizzano il lavoro del medico e aiutano con quei pazienti che possono riscontrare delle difficoltà nello svolgimento del test di rifrazione (per esempio i bambini).
Serve per esaminare tutta la struttura dell’occhio, sia quelle anteriori come palpebre, cornea, congiuntiva e iride, sia quelle più interne come la retina e il nervo ottico grazie all’utilizzo di diverse lenti. Grazie a questo esame si possono individuare molte condizioni o malattie oculari quali cataratta, degenerazione maculare, ulcere corneali e retinopatia diabetica.
Questo esame determina la pressione oculare. Una modalità è la seguente: la testa del paziente viene stabilizzata e mentre egli fissa una luce all’interno della macchina si emetterà un piccolo soffio di aria sull’occhio esaminato (tonometro a soffio). In base alla resistenza dell’occhio allo sbuffo la macchina calcola la pressione oculare. Si può calcolare questo dato anche con il tonometro ad applanazione (con contatto diretto), il paziente in questo caso assume un collirio anestetico topico oppure con un tonometro a rimbalzo. Se la pressione intraoculare è troppo elevata le strutture interne dell’occhio si possono danneggiare portando addirittura alla cecità.
L’oculista si avvale di un collirio che dilata notevolmente le pupille del paziente per permettere una migliore visione della parte interna e posteriore dell’occhio che viene esaminato con uno strumento ottico apposito. Di solito questo esame permette di evidenziare diverse patologie tra cui maculopatie, patologie vascolari retiniche, distacco di vitreo, emorragia vitreale etc.
Serve per verificare l’eventuale presenza di punti ciechi nel campo visivo del paziente di solito presenti nella visuale periferica o laterale, che a volte sono conseguenza derivanti da ictus o tumore. Tale test prevede che il paziente fissi un punto centrale e segnali premendo un pulsante la presenza di stimoli luminosi generati dalla macchina nello spazio davanti a sè.
La salute dei nostri occhi è importantissima. Da sola la vista raccoglie più dell’80% degli stimoli derivanti dall’ambiente circostante e ci permette quindi di rilevare opportunità, ostacoli e pericoli. Mantenere la nostra capacità visiva perfetta ci aiuta a vivere meglio, ecco perché è importante eseguire regolarmente i controlli oculistici a partire proprio dalla tenera età e nella quotidianità è importante mantenere uno stile di vita sano e attivo, grazie anche ad una alimentazione bilanciata e ricca di vitamine (per una lettura spiritosa consigliamo il nostro blog “Cibo per gli occhi”).
Jean Paul Gaultier disse: “Apri gli occhi e trova la bellezza dove normalmente non ti aspetti”. Facciamolo tutti, facciamolo sempre.
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Per tutti noi questo è un momento molto particolare, che sicuramente rimarrà scritto nei libri di storia. Improvvisamente grandi e piccini si ritrovano a casa in attesa che la situazione migliori e si possa tornare ad una vita normale.
C’è chi nonostante tutto continua ad avere del lavoro da svolgere grazie allo “smartworking” oppure continua a studiare grazie ai corsi on line che si possono seguire direttamente da casa, e chi invece si ritrova con molto tempo libero passando ore davanti allo schermo di una TV oppure di un PC per vedere le proprie serie preferite o per svolgere un po’ di esercizio fisico grazie ai tanti video sul web oppure semplicemente con in mano il cellulare per video-chiamare i propri cari o per girovagare un po’ sui Social, c’’è chi magari legge un e-book oppure ricerca qualche ricetta nuova per passare il tempo e chi gioca a qualche nuovo GDR on line. Insomma, le attività da svolgere sono comunque tante, e molte prevedono l’uso di un dispositivo con un monitor.
Quindi che si tratti di lavoro/studio o meno dobbiamo stare tutti molto attenti perché i nostri occhi in queste situazioni sono spesso eccessivamente sollecitati e potrebbero risentirne nel breve periodo. Quindi come aiutiamo i nostri occhi a non stancarsi troppo? Ci sono una serie di esercizi semplici e veloci da fare che permetteranno agli occhi di mantenere nel tempo elasticità e capacità visiva ottime e a non danneggiarsi. Questi sono esercizi che anche i più piccoli posso fare con semplicità. Vediamone alcuni:
1. Sbattere le palpebre frequentemente aiuta a tenere idrata la congiuntiva perché stimola la produzione lacrimale ed evita la disidratazione oculare e fastidiosi mal di testa. Questo perché quando siamo davanti ad un qualsiasi schermo sbattiamo le palpebre da 6 a 8 volte al minuto mentre in condizioni diverse la palpebra lavora anche 20 volte al minuto. Oltretutto questo esercizio previene le irritazioni e mantiene l’occhio pulito.
2. Massaggiare gli occhi. Prima di tutto bisogna lavare bene le mani per evitare di portare in una zona così sensibile batteri, virus o comunque sporco inutile. Questa regola vale sempre, ma in questo periodo è assolutamente fondamentale. Dopo di che con gli occhi chiusi appoggiare il palmo delle mani sugli occhi creando una leggera pressione, mantenere questa pressione per 30 secondi e poi rilasciare. Un’altra opzione è quella di scaldare le mani frizionandole tra di loro e applicandole sugli occhi chiusi il sollievo è immediato.
3. Mantenere gli occhi idratati. Lavare gli occhi permette di mantenerli idratati, freschi e rilassati con più facilità. Da fare almeno 5 o 6 volte al giorno, questa è davvero una buona abitudine. E visto che tanti sono a casa una valida alternativa è quella di applicare delle fette di cetriolo fresco sugli occhi per 5-10 minuti.
4. Seguire la regola del 20-20-20 (facile da ricordare). Ogni 20 minuti passati davanti ad un dispositivo bisogna concedersi una breve pausa e focalizzare la vista su un oggetto ad almeno 20 piedi (sono circa 6 metri) per almeno 20 secondi. Questo esercizio semplicissimo e velocissimo previene la secchezza oculare e facilità il rilassamento dell’occhio stesso.
5. Tracciare un otto e far ruotare gli occhi. Anche questi sono due esercizi che aiuteranno nel tempo a mantenere il tessuto oculare muscolare allenato e reattivo. Infatti, uno dei problemi più grandi col passare del tempo è proprio la perdita di elasticità muscolare che non permette all’occhio di reagire prontamente agli stimoli. Ecco allora questi due esercizi esserci molto d’aiuto.
Basta chiudere gli occhi e cominciare a tracciare un otto con gli occhi, cercando proprio di disegnarne uno molto grande, da effettuare prima in senso orario e poi in senso antiorario.
Oppure sempre ad occhi chiusi ruotare l’occhio partendo da destra verso sinistra lentamente e viceversa per poi passare dall’altro verso il basso. Questi due esercizi donano una sensazione di benessere immediata proprio come se ci stessero facendo un massaggio.
6. Vicino e lontano. Questa attività è molto utile per tutti, e si deve svolgere senza occhiali (per chi li indossa). Bisogna portare uno dei due pollici a 20 centimetri dal proprio naso e uno posizionarlo lontano per la lunghezza del braccio. Comincia concentrandoti sul pollice vicino e poi spostare lo sguardo lentamente sul pollice del braccio steso. Dopo di che il focus va su un oggetto dall’altra parte della stanza ed infine su di un oggetto che è molto più lontano (dall’altra parte della strada per esempio guardando fuori da una finestra). L’ideale sarebbe che tutti gli oggetti su cui ci si focalizza siano situati lungo la stessa linea visiva in modo da che il cambiamento della messa a fuoco sia sottile ma efficace.
E dopo aver imparato quali esercizi svolgere cerchiamo di organizzare al meglio le postazioni per l’utilizzo dei diversi dispositivi. Sia che si tratti di una televisione oppure di un tablet, un cellulare piuttosto che il monitor di un PC.
Di seguito elenchiamo i punti cardine più importanti:
· La posizione dello schermo che guardiamo IMPORTANTISSIMA. La distanza ideale dovrebbe essere partendo da 50 centimetri e dipendendo dalla grandezza dello schermo; aggiungiamo che più esso è grande, maggiore dovrà essere la distanza dai nostri occhi. Inoltre, la vista angolare ideale del monitor/dispositivo deve essere di 35 gradi. Quindi quando ci sediamo alla scrivania, al tavolo o ci sediamo sul divano facciamo attenzione a questi due particolari.
· Usiamo occhiali che abbiano un filtro contro la luce blu. Questo tipo di lente si può abbinare a qualsiasi tipo di correzione oppure può semplicemente divenire il motivo unico per cui si indossa l’occhiale (per maggiori informazioni leggi il nostro Blog “Vi presento la Luce BLU”).
· Prendersi una “pausa”! Rimanere costantemente davanti allo schermo per un tempo esteso può veramente creare seri danni agli occhi. Ogni mezz’ora di tempo passato davanti ai monitor, bisognerebbe prendersi una pausa per fare un semplice giro di casa, per bere un bicchiere di acqua, insomma qualsiasi cosa pur di distogliere lo sguardo per almeno un paio di minuti.
· Prima di mettersi davanti ad un monitor, qualunque sia lo scopo, controllare sempre l’illuminazione della stanza in cui ti trovi. La luce al di sopra della testa in genere dovrebbe essere più tenue della luce del monitor.
· Inoltre, se possibile utilizzare i monitor all’alta risoluzione di ultima generazione in grado di diminuire l’affaticamento visivo.
· Fare sempre attenzione alla postura mentre si è al PC o comunque davanti ad un qualsiasi schermo. L’importante è mantenere la schiena dritta e il mento alto in modo che non vi sia un ulteriore stress a livello della schiena e comunque a livello muscolare. Se ci si accorge di curvare spesso la schiena oppure di avvicinarsi col busto per poter vedere meglio cosa compare sul monitor, forse è meglio sottoporsi ad un controllo visivo. Controllate soprattutto i più piccoli che difficilmente se ne rendono conto!
Il consiglio ultimo però rimane proprio quello di evitare laddove possibile l’utilizzo assiduo di qualsiasi monitor. Per esempio, si può leggere un libro cartaceo piuttosto di leggerne un libro virtuale (salvo quello si dispositivo adeguato come e-rader), giocare ai vecchissimi ma sempre divertenti (nonché alcuni difficili) giochi da tavolo, i bambini li adoreranno, cucinare piatti più o meno elaborati o semplicemente inventarne di nuovi, oppure eseguire quei lavoretti manuali che da tanto tempo vengono rimandati o addirittura tornare a studiare la nostra materia preferita.
In un momento così atipico, ma anche in qualsiasi altro della nostra vita, soffermiamoci un po’ per poter riscoprire i valori utili alla nostra quotidianità, i rapporti con le persone che amiamo veramente, e quelle attività che ci permettono di crescere tutti i giorni un po’ alla volta.
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Coronavirus ovvero COVID-19, questo semisconosciuto che sta creando agitazione nel mondo. Eppure, secondo gli esperti si tratta davvero di poco più di una influenza che, come ogni anno, porta con sé disagi e complicazioni, più o meno gravi. Il contagio può avvenire per via aerea attraverso delle minuscole particelle che si depositano sulle nostre mucose o che vengono inalate e arrivano ai polmoni.
In ogni caso l’influenza in questione non deve divenire fonte di stress o preoccupazione eccessiva, perché ricordiamo che si tratta di una influenza poco più aggressiva rispetto ai vecchi ceppi precedenti e che nella maggioranza dei casi si risolve senza difficoltà. Diamo retta ai dottori che rimangono l’unica fonte attendibile e seguiamo i loro consigli che valgono sempre e per ogni infezione, soprattutto d’inverno.
Quello che è utile sapere ed indispensabile attuare sono quelle manovre preventive che possono aiutare ad evitare il contagio che porta con sé malesseri come tosse, raffreddore, spossatezza, febbre e congiuntivite e che se non curati possono portare a bronchiti o polmoniti con conseguenze ancora più gravi, soprattutto per quei soggetti con un sistema immunitario già debole o compromesso.
Le pietre miliari della prevenzione, le conosciamo tutti e sono:
In pochi sanno però che uno dei primissimi sintomi è proprio LA CONGIUNTIVITE e cioè una infiammazione della congiuntiva (tessuto che ricopre la superficie interna delle palpebre e quella anteriore del bulbo oculare), che porta ad avere arrossamenti, prurito e lacrimazione intensa nei casi più lievi, fino ad arrivare ad una infiammazione più seria e a volte purulenta. Questo perché il sistema visivo è direttamente collegato tramite i dotti lacrimali alle vie respiratorie alte. Si immagina che le famose “droplets” possano depositarsi proprio sul bulbo oculare scatenando questa infiammazione e portando al contagio.
In questo preciso momento tutti dobbiamo rimanere attenti, ma ci sono delle categorie più esposte di altre come gli operatori sanitari che, a maggiore ragione, devono cercare di tutelarsi il più possibile. Inoltre, pensiamo per esempio agli oculisti, agli ottici, agli optometristi e agli ortottisti che proprio per lavoro devono avvicinarsi al viso di un paziente che si sta sottoponendo ad una visita magari proprio per congiuntivite.
I consigli in questo caso non differiscono sicuramente dalle norme classiche utilizzate regolarmente, ma troviamo solo qualche piccolo accorgimento in più:
E per chi la congiuntivite la subisce invece?
Ovviamente il primo consiglio che diamo è quello di informare il medico di base per avvertirlo della situazione senza però presentarsi in studio o al pronto soccorso, per evitare di contagiare altre persone. Così che si attuino i controlli necessari al fine di identificare ed isolare un eventuale paziente infetto da Coronavirus. A seguire le regole base sono sempre quelle di lavarsi bene le mani, evitare di toccare o strofinare l’occhio sano dopo aver toccato quello infetto, cambiare frequentemente la federa del cuscino e gli asciugamani, non utilizzare cosmetici e limitare il più possibile l’uso di lenti a contatto.
Gli occhi sono importanti perché sono il nostro primo contatto col mondo. E non lo sono solo per noi stessi, ma lo sono anche per gli altri, quindi proteggiamoci SEMPRE. Non soffermiamoci con timore sull’epidemia in corso, valutiamo invece la risposta derivante dai nostri comportamenti. Oggi giorno tutti abbiamo l’obbligo morale di preservare l’ambiente in cui viviamo mettendo in atto gli accorgimenti basici largamente decantati, lasciando così la parte più difficile a medici e ricercatori per lo sviluppo di un vaccino (in questo caso) efficace. Quindi, è inutile assalire supermercati e farmacie. Evitiamo semplicemente luoghi affollati, evitiamo il contatto fisico (dalla semplice stretta di mano, al bacio sulla guancia come saluto).
E anche se l’invito è quello di rimanere un po’ di più a casa, prendiamolo come un momento da dedicare al nostro io, magari con qualche lettura interessante o per qualche gioco di società in famiglia. Rallentare a volte permette di prepararsi ad una nuova partenza. Il timore è comprensibile e anche utile, il panico e la psicosi no. Per questo motivo non facciamo che questi ultimi prendano il sopravvento e impediscano di vedere le cose dalla giusta angolazione e con l’adeguata calma.