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E’ arrivato il momento di acquistare il primo paio di occhiali per vostro figlio. Come scegliere quello giusto? ma cosa ancora più importante, come convincerlo ad indossarlo?

In questo articolo raccogliamo una serie di informazioni essenziali affinché il bambino indossi l’occhiale senza alcuna difficoltà.

È importante non commentare in maniera negativa gli occhiali egli sceglie di provare, per evitare che tali commenti, vengano vissuti come un’offesa personale e lo portino a chiudersi a riccio per qualsiasi tipo di suggerimento.

I consigli che seguono sono elaborati partendo proprio dalla percezione che il bambino ha di questa novità. E di solito si sa che per lui indossare l’occhiale è solo una scocciatura. La buona notizia è che se essi vengono supportati nella maniera corretta, si farà fatica solo all’inizio.

Prima di cominciare questa avventura è importante valutare per quanto tempo durante la giornata verrà indossato l’occhiale, full-time o part-time? Nel primo caso ci saranno più argomenti da considerare. Nel secondo caso invece si può dare spazio anche ad una montatura un po’ più “capricciosa”.

Ed ecco qui abbiamo pensato di sottoporvi le dieci parole chiave per arrivare ad un occhiale desiderato ed accettato.

DESIDERI

Lasciamo che si esprima liberamente! Come già accennato nel nostro precedente articolo il bambino tende molto spesso a voler assomigliare al suo super eroe preferito, piuttosto che al proprio genitore. Quindi chiedetegli di esprimere la sua preferenza! Importante è ricordarsi che il bambino potrebbe attraversare questo momento come qualcosa di poco piacevole quindi non consigliamogli una montatura che lo metta a disagio, piuttosto cerchiamo di legare un pensiero positivo ad ogni sua scelta.

Questo è molto importante per tutto ciò che seguirà poi a casa. Se il bambino associa emozioni negative fin dalla prova della montatura, molto probabilmente si porterà questo disagio anche nella vita quotidiana e tenderà a non indossare volentieri la montatura.

FRATELLI/AMICI

Un consiglio raccolto durante i nostri studi è quello di coinvolgere in questa scelta un amico di vostro/a figlio/a che magari porta già gli occhiali, o il fratello maggiore che potrà consigliargli il trend del momento. Così il bambino si sentirà supportato oltre che dal genitore anche da qualcuno di più simile a lui.

MATERIALE

Montatura in acetato o metallo? Vi chiederete probabilmente quale materiale sia migliore. La differenza sostanziale tra le due montature sta nel nasello. I bambini hanno un naso poco pronunciato e quindi spesso capita che alcune montature in acetato risultino poco aderenti, scivolando e diventando scomode da indossare e che quindi vengano dimenticate in luoghi remoti, rischiando così che il disturbo visivo del bambino peggiori. Oggi le montature in acetato vengono progettate con un nasello più piccolo per meglio rispondere a questa esigenza. Mentre questo problema con la montatura in metallo viene bypassato in quanto vi sono dei Pads che si possono regolare e garantiscono una aderenza maggiore al viso del bambino. Dall’altro canto l’acetato è meno spigoloso, rigido e austero pur rimanendo leggero e robusto. In più può essere cromaticamente più accattivane, creando le combinazioni davvero interessanti e originali. Indipendentemente da quale materiale scegliete fatevi sempre consigliare una montatura IPOALLERGENICA per evitare i problemi legati alla tollerabilità.

ASTA

Questa scelta dipende tanto da quanto deve essere indossato l’occhiale. Se viene indossato in maniera parziale, magari durante le letture serali oppure i compiti di scuola, allora non vi sono indicazioni particolari da seguire. Se invece si tratterà dell’uso durante l’intera giornata, e in più se è il primo utilizzo, è bene considerare un’asta con una cerniera flex, robusta e resistente che aumenterà la durabilità della montatura che verrà sottoposta a diverse attività che svolgerà il bambino durante attività giornaliere. Il costo sarà un po’ più alto, ma è un investimento minimo per una resa nel tempo assolutamente giustificata.

Altro aspetto da valutare potrebbe essere un terminale leggermente più grosso rispetto alla forma classica in modo da aumentarne l’aderenza. A ciò si può associare un cordino – ne esistono di ogni tipo e colore –  che permette di legare l’occhiale fin dietro alla testa evitando che cada e che si rompa di conseguenza.

LENTI

Le lenti possono essere prodotte in diversi materiali. Fatevi consigliare quello più adatto dal vostro ottico di fiducia. Esistono lenti in plastica e in vetro. Di solito per un bambino la scelta cade sulle prime perché più leggere e in caso di urto non si frantumano evitando un eventuale danno all’occhio.

GARANZIA

L’ottico può proporre una garanzia aggiuntiva che permette la sostituzione dell’occhiale o delle lenti in caso di rottura. Fatevi spiegare bene cosa comprende la garanzia e soprattutto cosa non comprende in modo da non avere dubbi poi in futuro. Questo servizio è consigliato se la montatura viene utilizzata tutto il giorno o durante l’attività sportiva. Indubbiamente diventa quasi indispensabile se l’occhiale che acquistate per il vostro bambino è il primo in assoluto!

SECONDO PAIO

Valutate sempre l’acquisto di un secondo paio di occhiali, soprattutto se il bambino ha un disturbo visivo forte e deve indossare la montatura tutto il giorno per le sue attività. Con un secondo paio il bambino avrà la sicurezza di un’occhiale sempre a disposizione.

CONSAPEVOLEZZA

Un compito importante che il genitore non dovrebbe sottovalutare è quello di rendere consapevole il bambino sul perché indossa l’occhiale, magari proponendo delle attività da fare insieme, come un momento di lettura con e senza gli occhiali in modo da farne notare la differenza.

ROUTINE

L’occhiale è quello giusto anche perché lo diventa giorno per giorno. Vi chiederete cosa significa?! Una volta scelto l’occhiale, termina forse il primo compito dell’ottico, ma non il Vostro, perché Voi dovrete fare in modo che il bambino indossi nelle occasioni dovute questo nuovo compagno di avventure.

Questo è un momento delicato, soprattutto se si tratta del primo utilizzo. Quindi vi consigliamo di incoraggiare il bambino ad indossare l’occhiale con qualche trucchetto.  Rassicuratelo del fatto che ci si sente orgogliosi che lui porti gli occhiali senza troppi capricci. Ancora, non rimproveratelo in maniera insistente se non indossa l’occhiale, quando invece dovrebbe. Elogiatelo al contrario quando li indossa di sua spontanea iniziativa, senza che nessuno glielo abbia ricordato. Oppure fatevi dei selfie, da conservare e rivedere insieme. Altra possibilità è quella di convincere il bambino che gli occhiali gli permettono di vedere meglio il suo cartone animato preferito.

PAZIENZA

E’ l’ingrediente ultimo di questa lista ma non meno importante. Pazienza da mostrare quando il vostro bambino non saprà decidersi sull’occhiale che desidera, pazienza quando a casa farà fatica ad indossarli, pazienza quando per caso essi cadranno per terra e si ammaccheranno. Pazienza intesa come una mano tesa pronta a sostenerli in un momento nuovo e un po’ spinoso della loro vita da bambini.

Confidiamo che questo vademecum possa aiutarvi a rendere sereno il primo approccio di Vostro figlio all’utilizzo dell’occhiale, affinché il bambino possa affrontare al meglio il proprio difetto visivo.

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Esistono diversi tipi di lenti correttive: divergenti, convergenti toriche, sferiche e asferiche ma in che modo esse sono in grado di correggere i difetti visivi? E Quali sono i migliori alleati tra le montature per supportare la parte cruciale della correzione visiva? In questo Blog spieghiamo brevemente come le lenti permettano a seconda del difetto visivo di tornare a vedere in maniera corretta, valutando anche quale montatura sia meglio utilizzare a supporto delle lenti e per ottenere il miglior risultato estetico per chi le deve utilizzare.

LENTI DIVERGENTI PER CORREGGERE LA MIOPIA

La miopia rappresenta la condizione in cui si hanno delle difficoltà a vedere da lontano, la vista appare sfuocata. Il termine “miopia” deriva dal greco “myo” che significa “sto chiuso” proprio per indicare l’abitudine a strizzare gli occhi per cercare di vedere meglio da lontano.

Le cause della miopia possono essere differenti: bulbo oculare più lungo del normale, curvatura della cornea o del cristallino maggiore della norma, eccessivo potere refrattivo del cristallino.

Per correggere questo difetto si utilizzano le lenti divergenti o concave o ancora negative. Esse appaiono più grosse nei bordi e diminuiscono il loro spessore al centro. Questo effetto permette ai raggi di luce che la attraversano di essere separati e quindi di divergere, di allontanarsi, perfezionando l’immagine e rendendola così definita.

La lente può presentarsi biconcava (entrambe le superfici sono concave), piano concava (una superficie piana e una concava) o menisco divergente (una superficie è leggermente convessa e l’altra concava).

Il problema dell’occhio miope è che il punto focale è spostato in avanti rispetto a quello di un occhio sano. Utilizzando la lente divergente o mono focali di segno negativo si riporta l’immagine sulla superficie della retina riuscendo nella messa a fuoco.

LENTI CONVESSE POSITIVE O CONVERGENTI PER CORREGGERE DIVERSI DISTURBI

Quando i raggi luminosi degli oggetti passano attraverso a questi tipi di lente si uniscono (convergono) in un punto determinato. Lo spessore di questa lente convessa, al contrario di quella divergente, si sviluppa al centro divenendo più sottile verso i bordi.

Questo tipo di lente si rende utile per correggere l’ipermetropia (quando le immagini si formano dietro la retina), la presbiopia (incapacità di focalizzare correttamente gli oggetti vicini) e alcuni tipi di astigmatismo, che però andiamo ad approfondire più avanti.

Queste lenti possono essere biconvesse (entrambe le superfici sono convesse), piano convesse (una superficie è piana e l’altra è convessa) o concave convesse (una superficie è leggermente concava e l’altra convessa).

La proprietà di questa lente sta nel far convergere i raggi luminosi “accorciandone” il riflesso sulla retina in modo che l’immagine risulti nitida.

Tipologie di lenti correttive

LENTE TORICA PER CORREGGERE L’ASTIGMATISMO

Nell’astigmatismo, diversamente da quanto accade per le atre patologie elencate sopra, la curvatura della cornea non è uguale in tutti i suoi punti chiamati meridiani, ma varia. Per cui la cornea non è perfettamente sferica. Essere astigmatici significa che il sistema oculare ha due fuochi anziché uno, posti su due piani diversi ed i raggi luminosi andranno perciò a fuoco non su uno solo di essi ma su due linee perpendicolari l’una all’altra chiamate linee focali. Questo crea una visione raddoppiata. Per cercare di correggere questo disturbo si fa uso della lente torica, la quale lavora su entrambi i meridiani differentemente.

LENTI SFERICHE E ASFERICHE

Una ulteriore suddivisione tra lenti si può fare tra lenti sferiche e asferiche. Le prime vengono utilizzate per la correzione di bassi poteri positivi e negativi. L’area di visione nitida è limitata ad esprimere il suo massimo potenziale con basse diottrie e al centro della lente. Le lenti asferiche vengono utilizzate spesso invece per correggere disturbi maggiori perché non peggiorano le caratteristiche estetiche dell’occhio.

Le lenti asferiche sono disegnate per avere una superficie più piatta e risultano essere più leggere e sottili. Questo tipo di lente è più comoda da indossare e più gradevoli alla vista migliorando la percezione di un osservatore esterno della grandezza dell’occhio (il famoso occhio da talpa), cosa che capita quando si utilizza una lente sferica per una miopia importante (per esempio). Inoltre, essendo le lenti asferiche più sottili, il numero di montature che si possono prendere in considerazione in termini di design sono maggiori dovendosi curare meno dello spessore della lente e quindi della solidità del risultato finale.

Uno svantaggio poco rilevante che deriva dall’uso di queste lenti asferiche sta in una possibile piccola distorsione delle immagini a livello periferico costringendo chi le porta a ruotare il capo verso l’oggetto che si vuole osservare e non semplicemente l’occhio come invece accade per le lenti sferiche. Questo svantaggio però svanisce nel momento in cui si arriva a sviluppare una routine comportamentale.

lente progressiva

LENTI PROGRESSIVE

Chiudiamo con le lenti progressive. Questo tipo di lenti permette con un solo paio di occhiali di risolvere anche più di un disturbo contemporaneamente: miopia, ipermetropia e astigmatismo oppure se si soffre di presbiopia, un problema che da sempre ci accompagna quando si raggiunge una certa età. Queste lenti, si può dire sono l’evoluzione di quelle bifocali, le quali presentano sulla lente una linea piuttosto evidente che provoca un cambio di messa a fuoco, come se fossero due lenti diverse attaccate. Le lenti progressive invece offrono un cambiamento di messa a fuoco più graduale e confortevole.

Per adattarsi all’uso di queste lenti potrebbe volerci un po’ di tempo e il trucco è ABBITUARSI a portare queste lenti quando si è seduti, in modo che i cambi di messa a fuoco, a seguito dello spostamento della pupilla in alto e in basso, in funzione di quello che si sta guardando, non creino il disturbo di vertigini o altro. Ma questa sensazione è solo transitori e si risolve dopo poco tempo, quando il cervello si è abituato.

In mezzo a tutte queste lenti in grado di risolvere quasi tutti i problemi visivi, ci teniamo a ricordare che il ruolo più importante lo gioca proprio l’ottico e l’optometrista a cui ci si rivolge, che suggerirà la montatura migliore su cui montare le stesse. È necessario affidarsi solamente a professionisti che dimostrano di tenere alla salute visiva del cliente, proponendo il giusto occhiale e i giusti servizi.

È molto importante che il consumatore sia consapevole e che richieda un prodotto di qualità per risolvere il suo problema visivo e che non si affidi solamente al miglior offerente, ma soprattutto che scelga una montatura degna di questo nome. Essa deve avere dei requisiti minimi che vanno bel oltre le varie promozioni che invece spesso vengono reclamizzate. Promozioni “SUPER VANTAGGIOSE” come già detto più volte di solito lo sono solo di facciata.

Quando si ordina un’occhiale nuovo si dovrebbero scegliere le lenti migliori, abbinate ai trattamenti più adatti alle proprie esigenze (anti riflesso, protezione luce blu, indurimento ecc…) e la montatura deve essere inclusa in questa catena decisionale con la stessa importanza se non addirittura superiore perhcè se la montatura è di scarsa qualità si romperà presto e probabilmente si faticherà, o non sarà possibile, a ripararla e a quel punto anche le lenti saranno da buttare.

La montatura che sosterrà lenti per correggere un disturbo visivo di una certa entità non potrà essere troppo grande. Essendo le lenti spesse sporgerebbero dal frontale in maniera antiestetica e l’occhiale potrebbe risultare inoltre pensante da indossare. La scelta ottimale ricadrà invece su una montatura con un taglio che permetterà alle lenti di assottigliarsi il più possibile. Oppure ancora chi soffre di particolari disturbi alla vista ed è costretto a delle lenti piuttosto spesse, dovrebbe scegliere una montatura in acetato dai profili piuttosto spessi e robusti tralasciando magari montature in metallo sottili e CHE MOSTREREBBERO PARTE DELLO SPESSORE DELLE LENTI.

Scegliendo delle lenti progressive sarebbe meglio adattarle su una montatura alta in modo che la capacità di adattamento alle diverse distanze sia equilibrato e soprattutto ben definito. Al contrario con una forma stretta si beneficerà meno dei suoi vantaggi.

Concludiamo dicendo che lo spessore delle lenti è un aspetto da tenere in considerazione non solo da un punto di vista estetico ma soprattutto da un punto di vista tecnico. Affidiamoci solo a ottici e optometristi che spiegano tutte le peculiarità da tenere in considerazione durante la scelta della soluzione più performante:

Insomma, non rincorriamo lo sconto a tutti i costi o la promozione più vantaggiosa. Sulle lenti e sulle montature da abbinarci si deve mantenere un equilibrio che rispetti qualità e prezzo, altrimenti a perderci saremo solo noi.

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Oggi giorno siamo tutti VIDEOTERMINALISTI. Scopriamo insieme il significato, i sintomi e le buone regole di comportamento davanti al monitor.

Alcuni di noi sono i Videoterminale dipendenti altri meno, ma spendiamo comunque il nostro tempo davanti ad uno schermo per i più svariati motivi. Al primo posto troviamo il lavoro come motivo principale che ci porta all’uso del terminale. Dopo di che per bambini, giovani adulti, e oggi anche i più anziani, il cellulare/tablet è lo strumento di studio e svago più utilizzato. Insomma, nessuno per nessuna ragione sfugge allo schermo digitale.

Questa tendenza negli ultimi venti anni ha subito una accelerata non indifferente soprattutto dall’introduzione sul mercato del primo IPhone nel 2007. L’utilizzo dei dispositivi digitali è andato occupando proporzioni sempre crescenti della nostra vita e giocando un ruolo sempre più importante e fondamentale in ogni tipo di attività quotidiana.

Ma cosa succede al corpo quando si guarda uno schermo digitale?

Passare tanto tempo davanti ad uno schermo digitale porta gli occhi a lavorare di più e più intensamente sviluppando la Computer Vision Syndrome (CVS)ovvero “Sindrome da affaticamento visivo da videoterminale”. Questa condizione definisce l’insieme di fastidi oculari e visivi che possono insorgere di conseguenza dall’utilizzo prolungato dei computer e degli altri dispositivi digitali.

L’angolo e la distanza mentre si guarda un monitor rispetto a quando si legge un libro o si scrive o si svolgono altre attività sono differenti, richiedendo al sistema visivo un lavoro e un focus maggiore.

Secondo diversi studio quasi il 30% (percentuale molto alta) degli utilizzatori trascorre anche più di 10 ore al giorno davanti ad uno schermo e spesso senza neppure prendere una pausa.

Come più volte è già stato sottolineato, anche se non si soffre di disturbi alla vista ma si è coinvolti in un tour de force davanti a dispositivi vari è sempre consigliato fare una visita oculistica annuale per evitare che situazioni del tutto risolvibili diventino poi irreversibili.

SINTOMI COMUNI DI AFFATICAMENTO DA VIDEOTERMINALE:

Ecco quali sono i segnali che permettono di comprendere se si è affetti fa CVS:

Essi possono essere causati dalla poca o troppa luce nella stanza o da riflessi sullo schermo del computer, da una inappropriata distanza dal terminale o da una errata postura. A volte però tali disturbi potrebbero essere scatenati da problemi alla vista mai risolti o curati o mai accertati. Questa situazione poi si amplifica a seconda di quanto tempo si passi davanti ad un monitor.

La maggior parte di questi disagi sono comunque temporanei e si risolvono quando l’attività svolta al pc termina. Col passare del tempo però questi effetti indesiderati ci metteranno più tempo a svanire, peggiorando in caso di patologie visive già presenti e con l’avanzare dell’età. Quindi anche se il fastidio potrebbe essere transitorio, stare attenti è importante così da correggere immediatamente la propria condizione ed eliminare/diminuire ogni rischio legato a tale sindrome.

Per definire una CVS (computer vision syndrome) si può semplicemente ricorrere ad una visita oculistica completa. L’anamnesi del paziente serve per confermare la presenza o meno di eventuali sintomi e se questi sono causati anche da altri problemi di salute, farmaci assunti o altri fattori ambientali. Con una visita di questo tipo si controlla anche l’acuità visiva e la necessità di una lente correttiva per eventuali altri difetti visivi fino a questo momento sconosciuti o non trattati. In questa fase il medico valuta anche come gli occhi lavorano insieme, se si muovono all’unisono, e se rispondono correttamente agli stimoli esterni.

affaticamemto visivo da videoterminale

TRATTAMENTI

Le soluzioni per questa particolare situazione sono molteplici e varie. La maggior parte delle quali è prevista una parte di prevenzione e cura nei confronti degli occhi. Per alcune persone può comunque essere d’aiuto indossare un paio di occhiali appositi con un semplice filtro anti-luce blu per la visione al pc (anche se per le restanti attività giornaliere non è assolutamente necessario o consigliato indossarne uno). E per chi indossa già gli occhiali non è altrettanto vero che quelli indossati siano adeguati alla visione di uno monitor.

Da valutare sempre la posizione de pc mentre si lavora, si studia o ci si svaga. Oltre ad avere uno schermo degno di questo nome bisogna fare caso alla nostra postura quando ci siamo di fronte. Per essere sicuri della postura da tenere affidiamoci a qualche piccolo accorgimento:

POSIZIONE DELLO SCHERMO

L’ideale è avere lo schermo 15//20 gradi al di sotto del livello visivo e a 50//80 cm dal viso. La maggior parte delle persone trova più confortevole guardare il monitor con gli occhi che leggermente guardano verso il basso piuttosto che in maniera diretta e diritta.

LUCE

Gioca un ruolo fondamentale perché bisogna posizionarsi in un punto in cui non vi siano bagliori e riflessi sullo schermo tali da limitare e disturbare la visibilità quindi aumentare lo stress visivo. Se non è possibile trovare una posizione ideale per minimizzare o annullare questo disturbo, si può sempre utilizzare un filtro antiriflesso da applicare sul monitor per eliminare qualunque distrazione luminosa.

SEDUTA

La sedia o poltrona su cui trascorrere gran parte del tempo deve essere confortevole e adatta al fisico della persona che la utilizza. L’altezza della sedia deve essere tale da permettere ai piedi di appoggiare comodamente sul pavimento senza rimanere sospesi. Le braccia devo rimanere in linea con il corpo per essere da sostegno mentre si digita. Molto importante è la posizione del polso, che deve rimanere appoggiato sulla scrivania e non sulla tastiera.

RIPOSO

Ricordiamoci di concederci una pausa ogni due ore di lavoro al pc di almeno 15//20 minuti, distraendoci con qualche altro compito assolutamente non legato ad altri schermi come cellulari, tablet o televisori.

IDRATAZIONE OCULARE

Per aiutare a prevenire l’insorgere di disturbi è buona cosa ricordarsi si lubrificare frequentemente gli occhi attraverso l’uso dello strumento più potente che abbiamo: le palpebre. Così facendo la superficie dell’occhio rimane umida e idratata.

accorgimenti per prevenire affaticamemto visivo da videoterminale

ECCO DI SEGUITO QUALCHE CONSIGLIO PER CHI SOFFRE DI AFFATICAMENTO VISIVO DA VIDEOTERMINALE

Per tutti coloro che svolgono un lavoro al terminale o che sono portati a spendere del tempo davanti ad un monitor si consiglia una visita di controllo dal medico oculista almeno una volta l’anno. Quando si affronta la visita specialistica è molto importante sottolineare al medico quale tipo di lavoro si svolge in modo che possa consigliare eventuali filtri aggiuntivi anti-luce-blu alle lenti che prescrive.

Minimizzare le influenze di agenti invisibili come la conosciuta luce blu (per saperne di più leggete il nostro blog “Vi presento la luce blu”) attraverso lenti speciali oppure di fattori esterni come bagliori, riflessi sul monitor e display poco puliti utilizzando tende per regolare l’intensità della luce e dei filtri speciali per monitor per eliminare eventuali riflessi oltre che una pulizia frequente degli strumenti.

E per concludere, le 3P del “mai più senza”:

POSTURA

Mantenere la schiena e le spalle ben dritte per non affaticare la colonna vertebrale. I piedi devono essere appoggiati bene a terra, il collo dritto per non creare tensioni a livello cervicale e i gomiti con un angolo di 90//100° per esser allineati con i polsi.

POSTAZIONE

Il Pc o il dispositivo che si usa deve essere posto al centro della scrivania o comunque dell’ambiente in cui si lavora. Tutto il resto come telefoni, porta documenti, stampanti block-notes etc. devono essere sistemati nelle prossimità. Mantenere lo schermo de PC tra i 50 e gli 80 cm dal viso (ciò dipende anche dalla grandezza dello schermo), mentre la tastiera a 15cm dal bordo della scrivania in modo che le braccia formino l’angolo corretto e i polsi non si affatichino creando tensione alle dita.

PAUSA

Ogni 2 ore di lavoro davanti allo schermo prendersi una pausa di un quarto d’ora per fare due passi, fare qualche esercizio di allungamento posturale, e far riposare la vista. Mentre ogni 30 minuti di lavoro al pc è super consigliato focalizzare la vista su punti più lontani per mantenere attivi i muscoli oculari. Basta anche dedicarsi per qualche minuto ad un’altra attività come fare telefonate, fotocopie, archiviare documenti o semplicemente concedersi una tazza di tè o caffè.

Pronti a fare un check sulla vostra postazione da videoterminalisti?

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La maculopatia, chiamata anche degenerazione maculare provoca una seria riduzione se non addirittura una perdita importante della capacità di vedere nitidamente. In uno stadio avanzato della malattia l’occhio non riconosce più la parte centrale di ciò che guarda, ma soltanto la parte esterna dell’immagine. Questa patologia intacca la macula, posta al centro della retina, la quale serve per formare la parte centrale della visione, quella, cioè, più nitida e dettagliata. Il resto della retina serve per la parte periferica dell’immagine e meno dettagliata. Pertanto, quando la macula si ammala l’occhio non vede più bene i singoli particolari delle immagini.

Le forme di degenerazione maculare nel dettaglio

MACULOPATIA SENILE

Essa è legata all’età ed è il tipo più riscontrata negli over 60. Si distinguono due forme: secca e umida. La maculopatia secca è la più frequente (90% dei casi) in cui la retina di assottiglia perché le cellule visive smettono di funzionare rallentando il trasporto dei fattori nutritivi e l’eliminazione dei rifiuti, e alla formazione di depositi intraretinici, arrivando ad un graduale oscuramento della vista. In alcuni casi questo tipo di degenerazione maculare può progredire nella sua forma umida. Questo secondo tipo invece rappresenta solo il 10% dei casi totali ed è caratterizzata dalla crescita di vasi sanguigni anomali con la fuoriuscita di sangue e fluidi, i quali si raccolgono sotto la macula e la sollevano. Questa forma è più aggressiva rispetto alla prima in quanto si può arrivare alla perdita della visione centrale in maniera rapida e grave.   

MACULOPATIA MIOPICA

E’ tipica nella miopia sopra le 10 diottrie e diventa più facile svilupparla con l’avanzare dell’età. Essa è una conseguenza del fatto che nei soggetti miopi l’occhio è più lungo e la macula viene stirata e costretta ad occupare uno spazio maggiore.

MACULOPATIA DIABETICA

Si manifesta nelle persone affette da diabete e laddove il controllo della glicemia non è del tutto ottimale. Il manifestarsi di questa maculopatia non è parallelo al diabete o immediatamente conseguente; di solito ci vogliono diversi anni prima di avvertire qualche segnale.

MACULOPATIA A CELLOPHANE

E’ una forma di maculopatia legata all’età ed è caratterizzata dalla crescita nella parte interna della retina di una sottile membrana (detta epiretinica) che con il tempo può portare ad una visione distorta delle immagini. Nei casi più gravi questa membrana col tempo si inspessisce deformando la retina stessa e arrivando a strappare la macula (creando così un Foro Maculare).

MACULOPATIA DOPO TROMBOSI VENOSA

Si verifica quando viene ostruita la circolazione di una vena o arteria retinica. L’occlusione può interessare la vena centrale oppure solo un ramo di essa. Il blocco della circolazione del sangue provoca emorragie retiniche con possibile sviluppo di aree ischemiche e/o di edema maculare con ripercussioni sulla vista. In questi casi è fondamentale risalire alle cause della trombosi per evitare il ripetersi di questi fenomeni anche in altri distretti come cuore e/o cervello.

MACULOPATIE EREDITARIE O GENETICHE

possono presentarsi in soggetti giovani. Esse sono legate ad alterazioni genetiche spesso presenti in più membri della famiglia. Questo tipo di maculopatie vengono più correttamente definite distrofie maculari lasciando il termine “degenerazione” alle patologie legate all’avanzare dell’età.

I sintomi più comuni per le maculopatie in genere sono i seguenti:

Fattori di rischio

La causa esatta della degenerazione maculare ad oggi rimane ancora una sconosciuta. Ma a dire il vero possiamo identificare alcuni fattori di rischio che possono esporre un soggetto alla malattia. Primo fra tutti i fattori troviamo l’età. Molti studi dimostrano che le persone con più di 60 anni sono chiaramente più a rischio. Altri fattori sono il fumo e l’alcool, l’esposizione alla luce del sole senza protezione per lungo tempo, familiarità, diabete, alimentazione non equilibrata e malattie cardiovascolari, obesità, alti livelli di colesterolo nel sangue. In alcuni studi è emerso che la popolazione caucasica sia più predisposta di altre verso questo tipo di patologia.

Test di Amsler

Test di Amsler è uno dei test più semplici ed efficaci in grado di individuare il sintomo più comune della maculopatia che è la Metamorfopsia e cioè la deformazione, ondulazione e distorsione di tutto ciò che è dritto. È un test veloce composto da una rappresentazione grafica fatta di linee che formano un fitto reticolo e che si può svolgere anche a casa seguendo delle semplici istruzioni. L’importante è agire immediatamente recandosi dal proprio oculista nel caso in cui si riscontrino delle anomalie quali: linee distorte, linee mancanti e degrado della visione centrale. È consigliato a tutte le persone di età superiore ai 50 anni, persone con miopia elevata, persone che già soffrono della malattia in un occhio e persone con presenza di fattori di rischio. Cliccando qui potete scaricare il file .pdf con il test di Amsler. Se una qualsiasi zona della griglia appare ondulata, sfocata o scura ci si deve recare immediatamente dal proprio medico di fiducia.

Accanto al test di Amsler troviamo numerosi altri test che il medico oculista proporrà per definire le condizioni del paziente e trovare la soluzione migliore.

In conclusione

Ad oggi possiamo dire cha la degenerazione maculare non porta mai alla cecità totale, ma pregiudica a volte di molto la qualità della vita se non affrontata in maniera tempestiva. Per la degenerazione maculare secca come per quella umida non esistono ad oggi trattamenti risolutivi specifici. In questo caso le misure da adottare sono preventive volte a evitare la progressione della malattia. Nella maculopatia secca vi sono dei comportamenti da tenere partendo dal proprio stile di vita e abitudini comportamentali, mentre per quella umida gli interventi sono un po’ più invasivi.

La maculopatia può causare vari gradi di perdita della vista. Ma se non trattata o diagnosticata in fase avanzata può causare una grave perdita della visione centrale e nel malaugurato caso vengano colpiti entrambi gli occhi si potrebbe verificare una diminuzione significativa nella qualità di vita.

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Prima o poi tutti nella vita, da quando abbiamo accesso a internet o per meglio dire a Google, abbiamo passato qualche minuto in rete a cercare quanti tipi diversi di colore degli occhi possono esistere. E soprattutto quali sono i più rari o i più particolari. Abbiamo indagato sul colore degli occhi di Liz Taylor, o ci siamo incantati davanti a meravigliosi occhi azzurri di bambini appena nati.

Ebbene l’iride – così si chiama la parte colorata dell’occhio – è un tratto distintivo della nostra persona e addirittura un tratto che ci può identificare perché unica, come l’impronta digitale. Ma vediamo nello specifico perché l’iride è colorata.

DA COSA È DATO IL COLORE DEGLI OCCHI

Il colore degli occhi è determinato dalla quantità e dal TIPO di melanina presente nell’epitelio pigmentato (parte posteriore dell’iride), dalla composizione e dallo spessore dello stroma (sottile tessuto connettivo nella parte anteriore dell’iride), e dalla densità cellulare di quest’ultimo (caratteristica importante soprattutto per le persone con gli occhi chiari).

La melanina è lo stesso pigmento responsabile anche del colore della pelle, del colore dei capelli e delle lentiggini sul viso.

In base alla quantità prodotta di questa sostanza, l’occhio assume uno spettro di colori abbastanza ampio: dall’azzurro al nero.  Ma cosa determina la quantità di melanina negli occhi? Niente di più “facile”: la genetica. Essa codifica l’ordine di quanta melanina cedere all’iride. Più melanina si avrà negli occhi e più questi saranno scuri.

La melanina consiste solo nei colori giallo, marrone, rosso e nero e si suddividono in:

occhio, iride e melanina

E GLI OCCHI AZZURRI DA DOVE ARRIVANO?

Nell’occhio non è presente il pigmento blu o verde. Gli occhi che presentano una grande quantità di melanina sono in grado di assorbire più luce e disperderne poca, mettendo in risalto il colore marrone. Quando invece è presente poca melanina nell’iride, il quantitativo di luce che viene assorbita è minore, quindi l’iride ne disperde e riflette una maggiore quantità.  Questo fenomeno, che va a scomporre la luce assorbendo più facilmente le onde a bassa frequenza (luce rossa) e riflettendo le onde ad alta frequenza (luce azzurra e verde) è definito effetto RAYLEIGH ed è lo stesso motivo che ci permette di vedere azzurro il cielo.

I BAMBINI NASCONO CON GLI OCCHI CHIARI

Quando nasce un bambino i suoi occhi sono di solito azzurri (ad eccezione dei neonati dalla carnagione scura che al momento della nascita hanno già occhi scuri) perché il suo corpo non ha ancora cominciato a produrre melanina per definirne il colore. Il processo di pigmentazione dell’occhio richiede almeno 6 mesi per definire sfumatura ma comunque il colore sarà definitivo solo verso i 3 anni.

La definizione del colore dell’occhio non è comunque una cosa molto semplice e dipende da 150 geni che ne influenzano il colore. Alcuni geni svolgono un’azione importante mentre altri portano un piccolo contributo. Attualmente vi sono tre geni associati al colore degli occhi e sono EYCL1, EYCL2, EYCL3 responsabili dei tre principali fenotipi del colore degli occhi marroni, verdi e azzurri.

DI CHE COLORE SONO I TUOI OCCHI?

MARRONE

In questa categoria rientra più della metà della popolazione mondiale, considerando dal marrone più chiaro al marrone più scuro. Questi sono più ricchi di melanina nello stroma (parte anteriore della retina) e sono in grado di assorbire anche la luce a lunghezza d’onda corta. È il colore dominante nell’uomo e quello che naturalmente ci appartiene.

AZZURRO // BLU

Sono glaciali e imperscrutabili, sanno essere fulminanti e lasciarti di sasso. È il secondo colore più diffuso al mondo 8/10% della popolazione mondiale. Questa colorazione dipende da bassa densità dello stroma e carenza di melanina, presente soprattutto nella parte posteriore della retina. A causa di ciò le onde corte non vengono assorbite bensì riflesse. La maggior parte delle persone con gli occhi azzurri è di origine europea. Questo colore si definisce recessivo rispetto al marrone (dominante).

NERO

Sono occhi quasi completamente neri e ciò è dovuto da una sovraproduzione di melanina. Un occhio nero con assenza (totale o parziale) di iride è affetto da aniridia – una condizione molto rara. Questo colore è presente in asia orientale, sud est asiatico e fra gli aborigeni, in Africa, sud America e in molte zone del Medio Oriente. Solo l’1% della popolazione ha l’occhio quasi totalmente nero (Nb: il nero assoluto in natura non esiste!).

NOCCIOLA

Solo il 5/8% della popolazione ha questo colore che spazia tra il marrone chiaro al verde//oro scuro. È dato da una presenza di melanina inferiore rispetto al marrone ma superiore rispetto all’azzurro nella parte frontale dell’iride. In questi casi può essere che l’occhio appaia di colore ambrato vicino alla pupilla e verde più scuro verso la parte esterna. Questa tonalità è difficile da definire perché cambia parecchio a seconda di cosa si indossa o del tipo di illuminazione.

AMBRA

sono bellissimi e tra i più rari al mondo. Li possiedono meno del 5% della popolazione mondiale dislocati soprattutto in Asia e Sud America. Spaziano tra una tonalità giallo oro e rame rossastra, a tinta unita e non sono presenti sfumature di marrone o verde. Ciò potrebbe essere dovuto alla deposizione di un pigmento giallo detto lipocroma nell’iride, tipicamente visibile nei lupi, gatti, gufi e aquile.

VERDE

Solo il 2 % della popolazione mondiale ha gli occhi di questo colore. È una particolare tonalità che va dal verde giada al verde oliva o addirittura al verde prato, comune in Irlanda e Scozia e nell’Asia Centrale. Negli occhi verdi la parte frontale dell’iride contiene pochissima melanina del tipo feomelanina. L’effetto della scomposizione della luce che abbiamo spiegato sopra va a mischiare la pigmentazione azzurra con quella giallastra ottenendo appunto il VERDE. Lo sapevi che gli occhi verdi sono più comuni tra le donne che tra gli uomini?

GRIGIO

Questa sfumatura simile all’azzurro ha scarsissima pigmentazione al suo interno ma contiene appena più melanina rispetto alla variante più chiara. Inoltre, è presente più collagene che aiuta alla luce a disperdersi facendo apparire gli occhi grigi. Molto comune nell’Europa orientale.

ROSSO

Nella quasi totalità dei casi si accompagna ad una condizione di albinismo e cioè una mancanza totale di melanina nell’iride e nel corpo. In pratica l’occhio è quasi trasparente e il rosso (o il rosa) è dato dalla presenza di vasi sanguigni sulla superficie dell’iride. Chi ha gli occhi rossi è più portato ad avere problemi alla vista.

VIOLA

Sono gli occhi di Liz Taylor. Una gradazione del blu che spazia verso il grigio producendo questo effetto meraviglioso che si può notare soprattutto se aiutata o enfatizzata magari attraverso il trucco o le luci. Questo colore lo possiamo ritrovare in una persona albina con danni causati all’iride dalla luce del sole. In questo caso l’azzurro e il rosso si fondono creando questo colore così particolare.

OCCHI MULTICOLORE 🌈

È possibile avere gli occhi di colore diversi? Sì, e questa condizione si chiama ETEROCROMIA ed è una anomalia a causa della quale una persona possiede le iridi di colore diverso. Può capitare che una iride sia di un colore differente dall’altra e si definisce eterocromia completa. Quando la stessa iride al suo interno presenta più colorazioni e si definisce settoriale o segmentale. In ultimo possiamo avere l’eterocromia centrale ossia, l’anello che circonda la pupilla è di un colore diverso rispetto all’anello limbare (il tratto più esterno dell’iride).

colori degli occhi

IL COLORE DEGLI OCCHI PUO’ CAMBIARE?

Bellissima domanda! La risposta è sì, può cambiare in maniera marginale e lo può fare in diversi momenti della vita. Primo evento tra tutti la nascita come già abbiamo spiegato. Inoltre, vi sono altri elementi che possono modificare il colore degli occhi. Vediamone alcuni:

Età: come già detto i bambini quando nascono hanno occhi chiari, e solo verso i 3 anni il colore si stabilizza. Ma anche con l’avanzare dell’età gli occhi possono schiarirsi esattamente come i capelli che diventano bianchi per una minore produzione di melanina.

Intensità della luce: in un ambiente con luce soffusa le nostre pupille saranno più dilatate facendo apparire l’iride leggermente più scura. Mentre all’aumentare della luce accade il contrario, la pupilla si restringe mettendo in risalto tutte le sfumature dell’iride.

Umore: Le nostre emozioni, come gioia, eccitazione, rabbia… possono influenzare la dilatazione o meno della pupilla. Inoltre, è scientificamente provato che il colore degli occhi appare più vivido e brillante quando siamo gioiosi e più scuro quando siamo tesi e arrabbiati.

Alimentazione: quando l’alimentazione è equilibrata e sana gli occhi appariranno più sani, e di conseguenza, più luminosi e con un colore più vivido. Facciamo caso anche a quando siamo malati: i nostri occhi lo sanno sottolineare benissimo.

Incidenti: essi possono modificare il colore dei nostri occhi inibendo la produzione e il deposito di melanina. Spesso può capitare che vi sia un parziale cambio colore dell’iride.

Trucco e Vestiti: anche il modo in cui ci vestiamo e trucchiamo influenza il colore degli occhi, andando a determinare qualche riflesso ed enfatizzando il colore naturale.

E se proprio vogliamo cambiare colore in maniera totale possiamo indossare lenti a contatti colorate e dai divertentissimi effetti, tonalizzanti, coprenti o particolari (perfette per Halloween). Esistono sia graduate, per coloro che devono correggere qualche difetto della vista, sia neutre per chi di problemi non ne ha oppure per chi indossa insieme a questo tipo di lenti anche gli occhiali.

I nostri occhi sono belli così come madre natura ce li ha concessi, quello che realmente conta è che ce ne prendiamo cura in ogni condizione. Tu che colore degli occhi hai? Mandaci una foto a info@stiloptic.com , le più particolari le pubblicheremo su Facebook!

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