Per tutti noi questo è un momento molto particolare, che sicuramente rimarrà scritto nei libri di storia. Improvvisamente grandi e piccini si ritrovano a casa in attesa che la situazione migliori e si possa tornare ad una vita normale.
C’è chi nonostante tutto continua ad avere del lavoro da svolgere grazie allo “smartworking” oppure continua a studiare grazie ai corsi on line che si possono seguire direttamente da casa, e chi invece si ritrova con molto tempo libero passando ore davanti allo schermo di una TV oppure di un PC per vedere le proprie serie preferite o per svolgere un po’ di esercizio fisico grazie ai tanti video sul web oppure semplicemente con in mano il cellulare per video-chiamare i propri cari o per girovagare un po’ sui Social, c’’è chi magari legge un e-book oppure ricerca qualche ricetta nuova per passare il tempo e chi gioca a qualche nuovo GDR on line. Insomma, le attività da svolgere sono comunque tante, e molte prevedono l’uso di un dispositivo con un monitor.
Quindi che si tratti di lavoro/studio o meno dobbiamo stare tutti molto attenti perché i nostri occhi in queste situazioni sono spesso eccessivamente sollecitati e potrebbero risentirne nel breve periodo. Quindi come aiutiamo i nostri occhi a non stancarsi troppo? Ci sono una serie di esercizi semplici e veloci da fare che permetteranno agli occhi di mantenere nel tempo elasticità e capacità visiva ottime e a non danneggiarsi. Questi sono esercizi che anche i più piccoli posso fare con semplicità. Vediamone alcuni:
1. Sbattere le palpebre frequentemente aiuta a tenere idrata la congiuntiva perché stimola la produzione lacrimale ed evita la disidratazione oculare e fastidiosi mal di testa. Questo perché quando siamo davanti ad un qualsiasi schermo sbattiamo le palpebre da 6 a 8 volte al minuto mentre in condizioni diverse la palpebra lavora anche 20 volte al minuto. Oltretutto questo esercizio previene le irritazioni e mantiene l’occhio pulito.
2. Massaggiare gli occhi. Prima di tutto bisogna lavare bene le mani per evitare di portare in una zona così sensibile batteri, virus o comunque sporco inutile. Questa regola vale sempre, ma in questo periodo è assolutamente fondamentale. Dopo di che con gli occhi chiusi appoggiare il palmo delle mani sugli occhi creando una leggera pressione, mantenere questa pressione per 30 secondi e poi rilasciare. Un’altra opzione è quella di scaldare le mani frizionandole tra di loro e applicandole sugli occhi chiusi il sollievo è immediato.
3. Mantenere gli occhi idratati. Lavare gli occhi permette di mantenerli idratati, freschi e rilassati con più facilità. Da fare almeno 5 o 6 volte al giorno, questa è davvero una buona abitudine. E visto che tanti sono a casa una valida alternativa è quella di applicare delle fette di cetriolo fresco sugli occhi per 5-10 minuti.
4. Seguire la regola del 20-20-20 (facile da ricordare). Ogni 20 minuti passati davanti ad un dispositivo bisogna concedersi una breve pausa e focalizzare la vista su un oggetto ad almeno 20 piedi (sono circa 6 metri) per almeno 20 secondi. Questo esercizio semplicissimo e velocissimo previene la secchezza oculare e facilità il rilassamento dell’occhio stesso.
5. Tracciare un otto e far ruotare gli occhi. Anche questi sono due esercizi che aiuteranno nel tempo a mantenere il tessuto oculare muscolare allenato e reattivo. Infatti, uno dei problemi più grandi col passare del tempo è proprio la perdita di elasticità muscolare che non permette all’occhio di reagire prontamente agli stimoli. Ecco allora questi due esercizi esserci molto d’aiuto.
Basta chiudere gli occhi e cominciare a tracciare un otto con gli occhi, cercando proprio di disegnarne uno molto grande, da effettuare prima in senso orario e poi in senso antiorario.
Oppure sempre ad occhi chiusi ruotare l’occhio partendo da destra verso sinistra lentamente e viceversa per poi passare dall’altro verso il basso. Questi due esercizi donano una sensazione di benessere immediata proprio come se ci stessero facendo un massaggio.
6. Vicino e lontano. Questa attività è molto utile per tutti, e si deve svolgere senza occhiali (per chi li indossa). Bisogna portare uno dei due pollici a 20 centimetri dal proprio naso e uno posizionarlo lontano per la lunghezza del braccio. Comincia concentrandoti sul pollice vicino e poi spostare lo sguardo lentamente sul pollice del braccio steso. Dopo di che il focus va su un oggetto dall’altra parte della stanza ed infine su di un oggetto che è molto più lontano (dall’altra parte della strada per esempio guardando fuori da una finestra). L’ideale sarebbe che tutti gli oggetti su cui ci si focalizza siano situati lungo la stessa linea visiva in modo da che il cambiamento della messa a fuoco sia sottile ma efficace.
E dopo aver imparato quali esercizi svolgere cerchiamo di organizzare al meglio le postazioni per l’utilizzo dei diversi dispositivi. Sia che si tratti di una televisione oppure di un tablet, un cellulare piuttosto che il monitor di un PC.
Di seguito elenchiamo i punti cardine più importanti:
· La posizione dello schermo che guardiamo IMPORTANTISSIMA. La distanza ideale dovrebbe essere partendo da 50 centimetri e dipendendo dalla grandezza dello schermo; aggiungiamo che più esso è grande, maggiore dovrà essere la distanza dai nostri occhi. Inoltre, la vista angolare ideale del monitor/dispositivo deve essere di 35 gradi. Quindi quando ci sediamo alla scrivania, al tavolo o ci sediamo sul divano facciamo attenzione a questi due particolari.
· Usiamo occhiali che abbiano un filtro contro la luce blu. Questo tipo di lente si può abbinare a qualsiasi tipo di correzione oppure può semplicemente divenire il motivo unico per cui si indossa l’occhiale (per maggiori informazioni leggi il nostro Blog “Vi presento la Luce BLU”).
· Prendersi una “pausa”! Rimanere costantemente davanti allo schermo per un tempo esteso può veramente creare seri danni agli occhi. Ogni mezz’ora di tempo passato davanti ai monitor, bisognerebbe prendersi una pausa per fare un semplice giro di casa, per bere un bicchiere di acqua, insomma qualsiasi cosa pur di distogliere lo sguardo per almeno un paio di minuti.
· Prima di mettersi davanti ad un monitor, qualunque sia lo scopo, controllare sempre l’illuminazione della stanza in cui ti trovi. La luce al di sopra della testa in genere dovrebbe essere più tenue della luce del monitor.
· Inoltre, se possibile utilizzare i monitor all’alta risoluzione di ultima generazione in grado di diminuire l’affaticamento visivo.
· Fare sempre attenzione alla postura mentre si è al PC o comunque davanti ad un qualsiasi schermo. L’importante è mantenere la schiena dritta e il mento alto in modo che non vi sia un ulteriore stress a livello della schiena e comunque a livello muscolare. Se ci si accorge di curvare spesso la schiena oppure di avvicinarsi col busto per poter vedere meglio cosa compare sul monitor, forse è meglio sottoporsi ad un controllo visivo. Controllate soprattutto i più piccoli che difficilmente se ne rendono conto!
Il consiglio ultimo però rimane proprio quello di evitare laddove possibile l’utilizzo assiduo di qualsiasi monitor. Per esempio, si può leggere un libro cartaceo piuttosto di leggerne un libro virtuale (salvo quello si dispositivo adeguato come e-rader), giocare ai vecchissimi ma sempre divertenti (nonché alcuni difficili) giochi da tavolo, i bambini li adoreranno, cucinare piatti più o meno elaborati o semplicemente inventarne di nuovi, oppure eseguire quei lavoretti manuali che da tanto tempo vengono rimandati o addirittura tornare a studiare la nostra materia preferita.
In un momento così atipico, ma anche in qualsiasi altro della nostra vita, soffermiamoci un po’ per poter riscoprire i valori utili alla nostra quotidianità, i rapporti con le persone che amiamo veramente, e quelle attività che ci permettono di crescere tutti i giorni un po’ alla volta.
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Coronavirus ovvero COVID-19, questo semisconosciuto che sta creando agitazione nel mondo. Eppure, secondo gli esperti si tratta davvero di poco più di una influenza che, come ogni anno, porta con sé disagi e complicazioni, più o meno gravi. Il contagio può avvenire per via aerea attraverso delle minuscole particelle che si depositano sulle nostre mucose o che vengono inalate e arrivano ai polmoni.
In ogni caso l’influenza in questione non deve divenire fonte di stress o preoccupazione eccessiva, perché ricordiamo che si tratta di una influenza poco più aggressiva rispetto ai vecchi ceppi precedenti e che nella maggioranza dei casi si risolve senza difficoltà. Diamo retta ai dottori che rimangono l’unica fonte attendibile e seguiamo i loro consigli che valgono sempre e per ogni infezione, soprattutto d’inverno.
Quello che è utile sapere ed indispensabile attuare sono quelle manovre preventive che possono aiutare ad evitare il contagio che porta con sé malesseri come tosse, raffreddore, spossatezza, febbre e congiuntivite e che se non curati possono portare a bronchiti o polmoniti con conseguenze ancora più gravi, soprattutto per quei soggetti con un sistema immunitario già debole o compromesso.
Le pietre miliari della prevenzione, le conosciamo tutti e sono:
In pochi sanno però che uno dei primissimi sintomi è proprio LA CONGIUNTIVITE e cioè una infiammazione della congiuntiva (tessuto che ricopre la superficie interna delle palpebre e quella anteriore del bulbo oculare), che porta ad avere arrossamenti, prurito e lacrimazione intensa nei casi più lievi, fino ad arrivare ad una infiammazione più seria e a volte purulenta. Questo perché il sistema visivo è direttamente collegato tramite i dotti lacrimali alle vie respiratorie alte. Si immagina che le famose “droplets” possano depositarsi proprio sul bulbo oculare scatenando questa infiammazione e portando al contagio.
In questo preciso momento tutti dobbiamo rimanere attenti, ma ci sono delle categorie più esposte di altre come gli operatori sanitari che, a maggiore ragione, devono cercare di tutelarsi il più possibile. Inoltre, pensiamo per esempio agli oculisti, agli ottici, agli optometristi e agli ortottisti che proprio per lavoro devono avvicinarsi al viso di un paziente che si sta sottoponendo ad una visita magari proprio per congiuntivite.
I consigli in questo caso non differiscono sicuramente dalle norme classiche utilizzate regolarmente, ma troviamo solo qualche piccolo accorgimento in più:
E per chi la congiuntivite la subisce invece?
Ovviamente il primo consiglio che diamo è quello di informare il medico di base per avvertirlo della situazione senza però presentarsi in studio o al pronto soccorso, per evitare di contagiare altre persone. Così che si attuino i controlli necessari al fine di identificare ed isolare un eventuale paziente infetto da Coronavirus. A seguire le regole base sono sempre quelle di lavarsi bene le mani, evitare di toccare o strofinare l’occhio sano dopo aver toccato quello infetto, cambiare frequentemente la federa del cuscino e gli asciugamani, non utilizzare cosmetici e limitare il più possibile l’uso di lenti a contatto.
Gli occhi sono importanti perché sono il nostro primo contatto col mondo. E non lo sono solo per noi stessi, ma lo sono anche per gli altri, quindi proteggiamoci SEMPRE. Non soffermiamoci con timore sull’epidemia in corso, valutiamo invece la risposta derivante dai nostri comportamenti. Oggi giorno tutti abbiamo l’obbligo morale di preservare l’ambiente in cui viviamo mettendo in atto gli accorgimenti basici largamente decantati, lasciando così la parte più difficile a medici e ricercatori per lo sviluppo di un vaccino (in questo caso) efficace. Quindi, è inutile assalire supermercati e farmacie. Evitiamo semplicemente luoghi affollati, evitiamo il contatto fisico (dalla semplice stretta di mano, al bacio sulla guancia come saluto).
E anche se l’invito è quello di rimanere un po’ di più a casa, prendiamolo come un momento da dedicare al nostro io, magari con qualche lettura interessante o per qualche gioco di società in famiglia. Rallentare a volte permette di prepararsi ad una nuova partenza. Il timore è comprensibile e anche utile, il panico e la psicosi no. Per questo motivo non facciamo che questi ultimi prendano il sopravvento e impediscano di vedere le cose dalla giusta angolazione e con l’adeguata calma.
L’artigianato è un’antica arte che nasce dal sapere di una singola persona e dalle esperienze pregresse dei suoi pari. Essere artigiani significa essere custodi di un pezzo di conoscenza, di sapienza ed essere creatori di nuovo valore.
Ieri l’artigiano produceva un oggetto per un uso ben specifico, ed era in grado di produrre lo stesso oggetto più e più volte, mai uno uguale all’altro, senza alterarne la finalità o le caratteristiche; anzi questo era proprio diventato il segno distintivo della lavorazione artigianale: uguali, ma non identici. Proprio questo connubio garantiva al cliente di avere tra le mani un oggetto artigianale.
Cosa significa essere artigiani OGGI?
Beh, il significato dell’artigianato rispetto a ieri è un po’ diverso. Oggi significa anche avvalersi dell’aiuto di alcuni strumenti tecnologici che incrementano le possibilità di lavoro, potremmo parlare quasi di artigianato 3.0. La bottega artigiana è un luogo dove si sperimenta l’innovazione, la creatività e la condivisione. In realtà questa tendenza è antica, perché l’artigiano ha sempre innovato creando utensili più utili, o applicando nuovi materiali, o affinando l’arte della riparazione. L’unica differenza è che oggi tutto ciò lo fa con l’ausilio di alcuni macchinari e con la continua condivisione globale di informazioni (grazie anche al web).
Qual è la caratteristica principale di un prodotto artigiano? L’unicità.
Ed è proprio questo che diversifica l’artigianato dall’industria. Per quanto il maestro cerchi di riprodurre nello stesso modo un oggetto già creato, esso non sarà mai identico al primo, cosa che invece nella produzione industriale viene garantita. Eppure, capita spesso che si dia valore alla perfezione estetica di un oggetto prodotto interamente da macchinari, piuttosto che al valore intrinseco dell’oggetto, rifinito dalle sapienti mani di un uomo, che così diventa unico.
Facciamo un esempio.
A Natale, in Italia e non solo si usa mangiare il panettone. I supermercati si riempiono di questi dolci industriali a prezzi medio-bassi, mentre nelle pasticcerie di tutto il Paese si possono acquistare panettoni artigianali a cifre da capogiro. La differenza tra i due sta proprio nel come viene prodotto.
Perché il panettone artigianale costa più di quello industriale che troviamo nei supermercati? Perché il panettone artigianale è migliore. Perché sappiamo che l’attenzione per gli ingredienti è alta, la lavorazione accurata e la lievitazione avviene naturalmente e senza fretta e tutto ciò deve avere un costo.
Questo discorso potremmo davvero applicarlo a molti atri contesti. Persino alla musica. Ascolti la tua canzone preferita dal cellulare, tramite I-Tunes o Spotify, perfetta ogni volta che premi “avvia”, ma l’emozione che provi quando la senti suonare da vivo, è tutta un’altra cosa, tant’è che persino il cantante ogni volta la interpreterà in maniera diversa, rendendo ogni esecuzione unica.
E questo vale anche per il mondo degli occhiali artigianali di stileItaliano.
I nostri prodotti vengono disegnati prima su un pezzo di carta a mano, realizzando l’intenzione, poi si passa al disegno tecnico a pc, che ne permette una misurazione più precisa. A questo punto si tagliano i laminati di acetato con delle macchine (anche il vetro per le creazioni di Murano oggi viene scaldato in macchine automatiche di ultima generazione 😊, ma la sua lavorazione è manuale), esse ne tracciano la forma, ma poi il lavoro più grande lo svolge proprio lui, il maestro che con sapienza leviga, definisce e rifinisce l’occhiale. Egli ne assembla i componenti, ne disegna i particolari… E poi ne controlla la qualità. Una qualità che risiede nell’oggetto ma anche negli occhi e nel tatto di colui che li esamina, uno ad uno prima di definirlo un’occhiale di prima scelta.
Questo significa che possono esserci dei segni particolari su alcune montature che su altre invece non troviamo. D’altronde lo stesso acetato è un materiale naturale ed umorale, che vive e si lascia formare, ma che a volte detta delle regole lasciando piccolissimi segni che non vogliamo assolutamente nascondere… proprio per garantire a voi l’originalità e l’handmade che ci contraddistingue.
Il valore dell’oggetto e in questo caso delle montature è proprio quello di avere la certezza che ogni singolo occhiale è passato più e più volte tra le mani di abili maestri che ne hanno disegnato, levigato e definito i contorni, testandolo ad ogni passaggio. Ci sarebbe invece da innescare la tendenza contraria e cioè quella di diffidare da occhiali (in questo caso, ma potremmo dirlo per molti altri oggetti) standardizzati a basso costo – non solo per l’utente finale, ma anche per gli stessi negozi di ottica- dove non vi è una imperfezione magari estetica (perché spesso tali occhiali non hanno né peculiarità, né colori né lavorazioni particolari), ma la qualità dei materiali è scadente e la montatura non viene neppure testata.
I difetti estetici nelle montature non sono quei minuscoli segni artigianali, bensì altri che ne alterano visibilmente l’aspetto, come evidenti graffi, difetti nel colore, crepe (addirittura) nell’acetato, mancata lucidatura etc… che gli ottici qualificati sanno riconoscere.
Insomma, guardate le persone! Siamo tutti esseri perfetti, composti da pregi e difetti, che cambiano anche col tempo. Ed è proprio questo il nostro valore aggiunto. Essere perfettamente UNICI. Essere unici a questo mondo fortunatamente viene ancora premiato. E col passare del tempo lo sarà sempre di più.
Quindi diffidate della perfezione ad ogni costo perché deriva sempre da qualche compromesso! Anzi la lezione è proprio questa: la perfezione esiste, ma non è oggettiva. Così come esprimeva David Hume “La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le contempla”.
Scegliete quel tipo di perfezione, quello che si genera dal cuore, dalle mani e dall’innovazione. Scegliete l’artigianato Made in Italy.
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Cristoforo Colombo ha scoperto l’America per sbaglio, la scoperta stessa della penicillina avviene per una dimenticanza pura da parte di Fleming. La nascita dei post-it, icone gialle di ogni scrivania, e del gorgonzola derivano da un errore di formula. Persino la scarpetta di Cenerentola per un errore di traduzione della fiaba è diventata la scarpetta di cristallo (sicuramente un’immagine più fiabesca) ma in realtà era una scarpetta di pelliccia. E per citare l’ultimo tra i più potenti: #hhsdjk “Solo chi dorme non commette errori” (IKEA 2019).
Nella vita di una azienda, ma anche nella vita di ognuno, vi è una parte importante che diventa indispensabile vivere per la sopravvivenza, ma soprattutto per il miglioramento di sé. Imparare dal passato è fondamentale perché permette di non inciampare in situazioni simili ad altre già vissute, aiutando a colmare lacune e bisogni latenti. Insomma, ciò permette di evolvere. L’evoluzione deve essere costante e per alcuni tratti dirompente.
All’interno dell’azienda si prendono delle decisioni per potersi allineare a tendenze e richieste del mercato, e a volte per diverse cause, queste scelte si rivelano più problematiche del previsto. Alla luce di questi fatti anche noi di stileItaliano, regolarmente, ci sediamo al tavolo (l’amministrazione, i progettisti, il commerciale, il reparto marketing, i responsabili dell’area vendite e dell’area acquisti, il reparto confezionamento, la logistica e il nostro fiore all’occhiello, reparto controllo qualità) e condividiamo le nostre esperienze, sia positive che negative, per poter imparare qualcosa da esse.
Un esempio ancora vivo tra le mura della nostra azienda è l’introduzione del trattamento STS – soft touch sensation, che in poche parole è una lacca gommata applicata sull’occhiale rendendolo più aderente al viso e nello stesso tempo molto morbido. Nonostante l’opacizzazione dell’acetato prima della gommatura (per aumentarne l’aderenza e nello stesso tempo anche resistenza) si sono verificate alcune incongruenze.
Benché l’entusiasmo dei clienti fosse alto, la novità introdotta ha evidenziato alcune pecche, in quanto la lacca non era resistente abbastanza ai graffi e urti accidentali ricevuti dagli utilizzatori finali. Ci siamo resi conto che un foglio informativo dove si spiega semplicemente che la gommatura non è coperta da garanzia, non fosse sufficiente. Come ben capite non possiamo prenderci la responsabilità per l’idoneità all’uso, ma comprendiamo che da parte nostra avremmo potuto chiarire meglio i limiti di questo trattamento, sensibilizzando dapprima i nostri clienti i quali poi, a loro volta, avrebbero sensibilizzato gli utenti finali dandogli la possibilità di un acquisto molto più consapevole. Grazie a questa esperienza siamo diventati più cauti e attenti nella scelta delle materie prime e alle loro stesse finiture, concentrandoci sulla qualità e praticità di esse e non più focalizzandoci, a tutti i costi, sul lato innovativo, a volte sconosciuto e del quale non possiamo prevederne i limiti.
Qualità significa anche migliorare strada facendo. Nel corso dei primi anni e quindi delle prime montature abbiamo sostituito la cerniera flex con lo snodo singolo in alpaca con quella a doppio snodo in acciaio. Questo perché con la cerniera a snodo singolo volevamo offrire ai nostri clienti il confort della cerniera Flex mantenendo però un’asta sottile. Questa combinazione ha portato ad una resistenza limitata agli urti, soprattutto nel caso di montature per bambini, perché sottoposte ad una vivacità talvolta incontrollabile ☺. Ad ogni reclamo pervenuto abbiamo proposto sempre delle soluzioni in merito, cercando di risolvere tutte le richieste.
Sbagliando si impara. Nella nostra collezione attuale montiamo comunque aste sottili, ma utilizziamo una tecnologia avanzata e una componentistica molto più resistente (attenzione, non vuol dire indistruttibile, certe tecnologie devono confrontarsi comunque coi più piccoli, e a volte non solo). Ma almeno così abbiamo eliminato il 99% delle rotture della cerniera stessa.
Una volta è addirittura capitato che, inviando una newsletter ad un potenziale cliente, avessimo inserito nell’oggetto della mail una persona di riferimento sbagliata. Un errore che poteva portarci alla cancellazione delle nostre newsletter, e che invece ha incuriosito il destinatario il quale ci ha contattati e successivamente è diventato nostro cliente abituale.
Ci sono scelte che vengono fatte esaminando delle situazioni di disagio come quelle sopracitate, e scelte invece che vogliono dal nulla creare situazioni di agio come la nostra LIVE CHAT. Molti hanno valutato questo servizio utile ed efficace perché permette di avere una risposta immediata da un nostro operatore quando il cliente finale è in negozio (attualmente la LIVE CHAT vive un momento di criticità e problemi tecnici che stiamo risolvendo progettando un nuovo sito internet ?).
I momenti come questi mettono a dura prova la percezione dell’affidabilità dell’azienda e questo purtroppo può portare ad una perdita del cliente. Per fortuna nonostante le situazioni che hanno messo in difficoltà non solo noi ma soprattutto i clienti, abbiamo ricevuto da parte loro tanta comprensione, pazienza e una immancabile fiducia che ci ha permesso di reagire e trovare le soluzioni adatte a ogni esigenza.
E proprio per questo vogliamo invitarvi ad inviarci i vostri feedback positivi e negativi, le vostre idee e suggerimenti, così che noi possiamo crescere e migliorare prodotto e servizio avvicinandoci sempre più a quello che il VOSTRO cliente richiede.
Impariamo dal nostro passato per migliorare il vostro futuro.
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Il Colore è un dono meraviglioso, perché dà un senso alla nostra esperienza visiva.
Senza la percezione di esso le nostre emozioni, i ricordi ed il vissuto avrebbero metà della potenza evocativa che invece riescono ad avere.
Le varie frequenze cromatiche definiscono il nostro umore molto più di quello che pensiamo.
Immagina di svegliarti in una mattina estiva con un cielo grigio e foriero di pioggia, potresti avvertire un po’ di dispiacere per non aver trovato il chiarore giallo del sole. Oppure, ancora semplicemente, quando ti senti col morale a terra e tendi ad indossare abiti dai colori neutri, come il nero e il grigio, a differenza di quanto invece il tuo morale migliori indossando il vestito più colorato che hai.
Si, i colori sono in grado di influenzare i nostri stati d’animo e sono in grado altresì di comunicare agli altri qualcosa di noi.
Questa potenzialità l’ha colta perfettamente ZEISS in collaborazione con l’università di Tübingen e IULM di Milano, portando alla luce la nuova collezione BioChrom. Una nuova generazione di lenti colorate, che offre molto di più rispetto la semplice “visione” (e cioè della nostra capacità di vedere), in grado addirittura di agire sul nostro stato psico-fisico.
In questo articolo vedremo come il Colore possa trasformarsi in uno strumento tecnologico in grado di intensificare le emozioni, di aumentare l’attività celebrale e le performance fisiche.
Ma come si misura la risposta del corpo e della mente?
Gli effetti dei diversi colori studiati vengono misurati utilizzando:
Il progetto BioChrom, sviluppato da ZEISS, individua 4 aree di differenti colori in grado di influenzare le diverse capacità cognitive e fisiche. Queste 4 aree sono identificate nei seguenti 4 colori:
Vediamo nello specifico quando e per quale scopo utilizzare le lenti colorate ZEISS.
BioChrom Refresh Lenti Blu
Indossando lenti di colore BLU si riattiva la mente dopo un periodo di relax e calma per esempio al mattino appena svegliati oppure dopo aver oziato durante una pausa. Inoltre, questa tinta è in grado di rivitalizzare mente e corpo dopo un’intensa attività, donando ristoro e un senso di freschezza. Questo colore è consigliato se si soffre di jet lag.
Quando indossare la lente BLU? Quando hai bisogno di un aiuto per ripartire ristorato e rigenerato. Gli studi condotti da ZEISS dimostrano come le lenti BioChrom Refresh Blue inducano corpo e mente ad un recupero più veloce ed una maggiore reattività dopo un periodo di relax.
BioChrom Relax Lenti Verdi
Tale colore è in grado di rilassare mente e corpo dopo una situazione impegnativa e riduce lo stress mentale, migliorando le capacità creative. Indossa lenti verdi quando la giornata è stata lunga e pesante vuoi concederti un po’ di riposo.
Consigliatissime anche prima di affrontare una sfida, perché aiutano a rilassarsi e a sciogliere ogni tensione. Le lenti BioChrom Relax aiutano a non pensare troppo e a non appesantire la mente.
BioChrom Focus Lenti Gialle
Ti sei mai trovato in una situazione in cui viene difficile concentrarsi e mantenere alta l’attenzione? Ora puoi aiutarti con le lenti BioChrom Focus Gialle. Attualmente, la soglia media di attenzione è calata a causa della massiccia esperienza digitale, che bombarda il cervello di migliaia di input in costante aggiornamento.
Il colore giallo può aiutarvi a mantenere un maggior livello di concentrazione, proteggendovi dall’inevitabile attacco di input derivati da un’intensa attività sui social media.
Questo ti porta ad aumentare la produttività sul lavoro, a migliorare la velocità di lettura e a raggiungere alti livelli di precisione e acume, per una migliore capacità decisionale.
BioChrom Boost Lenti Rosse
Hai mai desiderato di possedere tutta la confidenza ed energia necessaria per affrontare una sfida? Ti sei mai sentito invincibile?
Il colore rosso di queste lenti aiuta la tua mente ed il tuo corpo a raccogliere le energie necessarie per affrontare la sfida, permettendoti anche di migliorare i tuoi risultati. Indossa le lenti BioChrom Boost Red quando sei sotto pressione e hai bisogno di una marcia in più per preparare la tua mente e il tuo corpo ad eccellere!
Queste 4 macroaree presentano al proprio interno diverse intensità di colore, che ovviamente generano una risposta diversa, e cioè più è alta l’intensità del colore della lente e:
Invece il grafico ci aiuta a comprendere anche quando è meglio utilizzarle.
In conclusione, Pablo Picasso sosteneva che “I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni.” Con le lenti BioChrome Zeiss senza dubbio raggiunge una nuova frontiera, facendo in modo che siano proprio i colori a guidare le emozioni.
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